Avrei voluto leggerla da Osvaldo Soriano e non scriverla io questa storia di vaccini, calciatori e coppa America e poi le isole Malvinas Falklands. Soriano ne avrebbe fatto un racconto fatto di realismo magico ed umana follia, noi la raccontiamo come l’abbiamo scoperta.
Tutto inizia con la lettura del Global Times cinese, che ci dedica l’editoriale di Lin Lan “Facing arrogant London, Buenos Aires should push back on Malvinas”, ad una faccenda tanto distante da sembrare una bizzarria.
Che l’Argentina abbia indietro le isole Malvinas tuona il tabloid del partito comunista, che il colonialismo inglese abbia fine e che Buenos Aires abbia indietro ciò che gli spetta per diritto di prossimità.
Poco conta che la faccenda sia nella soffitta della storia da anni, che l’isola sia abitata da duemila inglesi da duecento anni e non so quante pecore e non vi sia una ragione di buon senso che possa scaldare i toni di una contesa, che fu del generale Gualtieri, il golpista, che nel 1982 non voleva far ricordare agli argentini i troppi desaparesidos.
Si era cominciato qualche anno fa, con la via della seta versione latinoamerica, oggi Xi Jinping regala una carezza al nazionalismo di qualche nostalgico e poi un bacio alla passione più vera del popolo albiceleste, il calcio.
E’ l’anno della Coppa America, la competizione più vera da quelle parti, bisogna far qualcosa per farla effettuare e poco conta che il continente muoia di Covid più di tutta l’Europa, l’Asia e l’Africa tutta insieme.
La Coppa non può fermarsi ed allora la Cina decide di fornire a tutte le squadre il vaccino Sinovac, e che fastidio se l’università del Cile ha mostrato al mondo che funziona peggio di una limonata calda, con un’efficacia pari al 3% dopo la prima dose ed al 50% alla seconda.
Il Conmebol, l’ente organizzatore della coppa, riceve in regalo 50.000 dosi di vaccino, ringrazia e pare uno stato che approva e certifica. Lionel Messi, la pulce, il talentuoso dieci della squadra commosso invia tre magliette autografate a Sinovac. Pechino sorride, mentre le autorità di controllo dei farmaci dei paesi sudamericani si chiedono cosa stiano a fare al mondo.
Poi guardo meglio la cartina dell’America del sud e comincio a capire, che la prossimità delle Falklands all’Antartico sia la posta ed il gioco.
Pechino cerca nuove alleanze regionali per sostenere le pretese di occupazione e sfruttamento delle enormi risorse minerarie del polo sud, vietate fino alla fine degli anni 50, ma chissà se vi saranno moratorie.
Pensare che un cinese, possa vendere per buono il suo amore per l’Argentina a dei vecchi emigrati genovesi sul Rio della Plata, è la cosa più stupida che mi sia dato ascoltare in questi anni. Anni fa un ministro di nome Domingo Cavallo, convertì alla pari pesos e dollaro americano per far fallire il paese e farci ricordare che l’Argentina è un quartiere povero di Genova, che vuole essere Occidente.
Se deve vendersi ad un cinese a ore, come una donna di Via Prè, non è poi un gran danno, c’è lo raccontava Fabrizio De André ieri e Michele Capozzi oggi.
1 luglio
http://www.newsdaipoli.it/la-quinta-base-cinese-in-antartide/
https://thediplomat.com/2019/12/china-argentinas-last-resort/
https://www.cancilleria.gob.ar/en/news/newsletter/new-boost-strategic-relations-china