Un impero grande come un continente

popolato da tante persone da essere

il mondo intero.

Tanto vasto da veder

germogliare le piante a sud

E ruggire il gelo dell’inverno a nord,

dai confini così estesi che ad occidente sarà giorno

quando è notte ad oriente.

 

Governato da uomini crudeli e blasfemi

Che abbattono moschee per costruire

strade e centri commerciali,

Al cui servizio vi sono aguzzini e schiavi,

Che rinchiudono milioni di noi  

in grandi prigioni a cielo aperto.

 

Un impero grande come un continente

dove non potrai piangere la morte di tua madre,

pregando per la sua anima

nella lingua del nostro Dio

 

Questa poesia inedita è stata scritta da un profugo iuguro di nome Tahir K., che vive a Milano.

Tahir fa parte della diaspora iugura ed è attivo nel movimento per i diritti civili di quel popolo, insieme a Marco Pannella introdusse l’allora leader Rebiya Kadeer della causa iugura, al parlamento europeo di Bruxelles nel 1991, per far conoscere le ragioni di un popolo oppresso.

La poesia racconta la storia di Beyshihan Hoshur, di 66 anni, detenuta in Cina dal 2018 perché pregava in un funerale islamico, di suo figlio Memettohti non si hanno informazioni dal maggio 2019.

11 novembre

 

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