Te ne accorgi quasi per caso, l’amico che ha la fidanzata in Cina che non vede da sette mesi e lo dice seccato ed un altro che lavora ad Hong Kong, mentre ti ricorda che ieri è morta la centesima persona dall’inizio della pandemia, aveva oltre ottant’anni ed era pregiudicato da molteplici patologie, ma dice pure che a Shangai o a Pechino non riesci proprio ad andare per lavoro, perché la Cina non concede visti presso le sedi consolari.
Amori e lavoro, mille ragioni per andare per in Cina e l’impossibilità di andarci, il paese è di fatto sigillato da mesi per oltre la paura del virus Covid 19, i pochi giornalisti di paesi indipendenti, definiti quindi ostili, vengono messi alla porta con la pretesa di una reciprocità di rapporto che non torna. Pochi giorni fa due corrispondenti australiani sono riusciti a tornare a casa, quando a loro dire si dicevano prossimi all’arresto, stessa vicenda mesi primi a giornalisti statunitensi delle primarie testate.
Non si entra, non si riesce a vedere cosa succede e se si può si allontana chi capisce qualcosa e lo racconta, mentre il ministro degli esteri cinesi si dedica a visite in tutte la cancelleria europee per cercare di sfaldare la crescente diffidenza verso il regime di Pechino.
Il mio amico di Hong Kong che delle spedizioni della Cina ha fatto la sua professione di trent’anni, mi dice: “La Cina è nei guai, ha un eccesso di produzione che non riesce a smaltire a seguito della contrazione dovuta alla crisi pandemica ed i primi stop dell’autorità americane e molte aziende chiudono, la disoccupazione cresce e monta la rabbia. Il sistema creditizio cinese è sotto pressione ed i prossimi mesi saranno veramente complicati, da qualche mese vediamo una riduzione cospicua delle esportazioni”.
Non vedere, non sentire, non parlare, così la regola cinese, buona per loro e la Botteri, fresca di un premio per il giornalismo a Capri, che avrebbe voluto prestare i suoi servizi a Bruxelles per chissà quale padrone, ma non per noi, che abbiamo corrispondenti informali ed indipendenti, come un amico innamorato a Pechino.
13 settembre 20