Ubud, 2018.

L’isola aveva ripreso la frenesia dei primi anni del millennio.

Il nuovo aeroporto annunciava che una nuova stagione del turismo era iniziata. La crescita delle attività turistiche aveva ripreso slancio, a Ubud la suggestiva località dell’interno tra campi di riso a terrazzo e profonde gole, dove si può fare rafting nella giungla fino alla spiaggia di Uluwatu, il santuario dei surfisti più coraggiosi per il break sulle rocce taglienti. Sulla scogliera era nato un Bulgari Hotel dove i ricchi del mondo osservano lo spettacolo. Strano destino quello dei luoghi più belli del mondo, tra ricconi e hippies. I primi pagano numeri a quattro cifre per passare una notte in paradiso ed i secondi si accontentano di una stuoia in una caverna sulla spiaggia.

Poi a Kuta, sulla Legian dove una volta si ballava al Sari Club e dove oggi abbiamo un brutto memoriale di marmo nero dove viene ricordata la strage del 2002 ed i nomi dei morti. Ho negli occhi due ragazze velate e sorridenti. Si facevano un selfie mostrando le due dita della vittoria, me ne sono andato via subito prima di dire una sciocchezza.

Povera Indonesia, un paese che ha voltato le spalle all’Islam moderato, lo scriveva il premio Nobel della letteratura V.S. Naipual, dove gli esecutori materiali della strage hanno conosciuto il plotone d’esecuzione, ma il mandante ed ideologo Abu Baker Bashir è stato condannato a soli due anni e mezzo di carcere.

 

Kuta, 2003

Nel cielo di Kuta continuano a volare centinaia di aquiloni multicolori, tradizione ed orgoglio balinese, trascinati dalle brezze equatoriali. Tra le strade di Kuta si dispera invece per la fine di un sogno. Scoperte dal turismo di massa negli ultimi venti anni, l’isola di Bali era cresciuta a tassi di crescita straordinaria. La dolcezza del clima, la gentilezza degli abitanti di religione hindu, i costi modesti, ne avevano fatto una metà conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo. Tutto è finito il 12 ottobre dello scorso anno, quando due autobombe sulla Legian Street, la strada dei locali notturni, hanno ucciso più di duecento persone, per la maggior parte occidentali. Per quelle bombe vi sono state serrate indagini e numerosi arresti. Abu Baker Bashir, il popolare leader del movimento radicale Jemaah Islamiyah, considerato dalle autorità di Giakarta responsabile delle autobombe, è sotto processo per terrorismo nella capitale.

La scorsa settimana, in coincidenza con l’attentato al Marriott Hotel di Giakarta, il responsabile materiale delle autobombe è stato condannato a morte. L`effetto sconvolgente delle esplosioni ha prodotto un decremento dei flussi turistici per l`Indonesia di circa il 35% (dati del World Tourist Organisation), ma nella sola lussureggiante Bali le presenza sono scese di oltre il 60%. Paul, un responsabile di un Tour Operator francese, mi dice che solo ad agosto ha lavorato dopo dieci mesi di chiusura. A settembre tornerà in Lione e la sua agenzia chiuderà l’ufficio a Bali. Sutajama, la guida balinese, è tornato al villaggio a coltivare riso ed è stato richiamato solo per le settimane centrali di agosto. “E` un disastro per tutti noi”, mi dice, “non conoscevamo accattonaggio e prostituzione, ora camminando per le vie di Kuta si respira la nostra nuova poverta`”.

E’ sera quando le insegne al neon delle marchi occidentali illuminano le strade commerciali di luci e colori. Poi, si cominciano a vedere i cartelli sconti al 50%, saracinesche abbassate, ristoranti e pub deserti, ragazzine in vendita agli angoli delle strade, venditori ambulanti disfatti, tassisti in attesa, spacciatori di ogni droga a buon mercato. E` al Paddy`S bar che si percepisce il desiderio di vivere. Il locale era stato distrutto da una delle bombe, ora ha riaperto da pochi giorni. E` affollato da giovani australiani che ballano sulle note di “I need you tonight” degli INXS. Il barman porgendomi una bintang, la birra locale, mi dice “Lo abbiamo chiamato Paddy`s bar Reloaded, come la seconda parte di Matrix o di un videogioco, noi non rinunciamo, noi ricominciamo”.
“Tutto è cambiato dallo scorso ottobre”, mi dice Chris, un venticinquenne di Perth. “A Bali ci vengo da anni a fare surf a Uluwatu, un posto unico al mondo e continuero` a venirci, ma è cambiato tutto qui”.

Esco dal locale cercando la croce del sud nel cielo astrale, ma è una notte di nuvole a Kuta Beach, Bali, Indonesia.

26 gennaio

 

 

 

 

 

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