Non fatevi ingannare dal nome. Dhanin Chearavanont non è thailandese, il suo vero nome è Xie Guomin ed è cinese.

Nel corso degli anni 90 Dhanin Chearavanont, che è anche l’uomo più ricco di Thailandia e proprietario di un gruppo agroalimentare da oltre 80 mld di dollari, ha incontrato il gotha della politica mondiale promuovendo l’apertura ai commerci internazionali alla Cina. Oggi come allora, Dhanin Chearavanont è tra gli uomini più influenti di tutta l’Asia ed è ragionevole affermare che è tra i padri occulti degli accordi del WTO.

Dhanin Chearavanont ha pagato per il futuro presidente Bush con 250.000 dollari nel 1994 chiedendogli di aiutarlo a trovare nuove opportunità in Cina, ed incontrato il presidente americano Clinton nel giugno del 1996 persuadendolo sull’apertura dei mercati cinesi alle merci americani. A seguito dell’incontro il gruppo del magnate sino-thai ha fatto una donazione al partito democratico di 235.000 dollari. Potremmo affermare che quei denari siano nuts ovvero noccioline, ma è l’attività del magnate che sorprende, perchè negli stessi anni ricopriva in Cina il ruolo di consulente del governo cinese per i processi di modernizzazione del paese. Due vicende lontane nel tempo, emerse per i vincoli di trasparenza del sistema americano, perchè Dhanin Chearavanont continua a vivere nel mistero, ieri come oggi. Difficile scoprire delle notizie su di lui e sul gruppo oltre a quanto desidera far sapere, ovvero molto poco. Le ricerche sono complesse, la rete non ci viene in soccorso, le fonti contraddittorie, le informazioni paiono istituzionali, innumerevoli i redazionali del Charoen Pokhpand Group. 

Veniamo a quanto sappiamo. Abbiamo l’epopea di una famiglia del Guandong cinese che migra nel Siam negli anni 20 del secolo scorso. L’apertura di un piccolo negozio di alimentari chiamato Chia Tai che diventa nel tempo una fabbrica di mangimi. La crescita impetuosa quando Dhanin, nato nel 1939 prende in mano i destini della famiglia. Cambiare nome per essere thailandesi, ma mantenere i guanxi, ovvero i legami con la madrepatria e la comunità d’origine. Si racconta che Dhanin parli il cinese in famiglia quale prima lingua, che abbia rapporti strettissimi con il partito comunista cinese quasi a fare del suo gruppo una ponte tra i due paesi. Una società del gruppo CP risulterà la prima società privata registrata in Cina nel 1978 dopo la riforma di Deng Xiaoping. In una rara intervista a Maria Pace Ottieri del 2004, Charavanont spiega il suo modello di impresa: “Noi abbiamo sempre diviso volentieri, non siamo avidi, guardiamo a prospettive di lungo periodo e se ci manca la tecnologia facciamo entrare chi ce l’ha. D’altra parte prepariamo il terreno all’ingresso delle società straniere.”

Negli anni il gruppo Charoean Pokhpand ha allargato le sue attività ad ogni settore strategico facendone il primo gruppo privato thailandese. Descrivere le innumerevoli attività del gruppo che spazia dai mangini per animali, alla grande distribuzione, alla meccanica, alle telecomunicazioni assume un valore descrittivo, ma nulla spiega sui meccanismi di amministrazione, che rappresentano un unicum confuciano della gestione d’impresa. Dhanin Chearavanont gestisce un impero da oltre 82 mld di dollari e quasi mezzo milione di dipendenti in ventuno paesi, attraverso una struttura decisionale leggera. Le informazioni rilevanti sono condivise da poche persone privilegiando la forma orale, mentre le posizioni di rilievo sono coperte esclusivamente da membri della famiglia e dai tre figli. Discrezione ma anche attività di lobby per la madrepatria cinese, dove il CP group rimane tra i maggiori investitori esteri.

Viene definito rete di bambù il legame che unisce i cinesi all’estero con quella che sarà sempre la loro casa e la storia di successo di Dhanin Chearavanont una grande testimonianza. 

23 gennaio

Guanxi

Guanxi descrive la dinamica di base in reti personalizzate di influenza ed è un’idea centrale della società cinese. Nei media occidentali, la romanizzazione pinyin di questa parola cinese si sta diffondendo anziché le due tradotte traduzioni – “connessioni” e “relazioni” – poiché nessuno di questi termini riflette sufficientemente le ampie implicazioni culturali che descrive Guanxi. I concetti strettamente connessi comprendono quello del ganqing, una misura che riflette la profondità di sentimento all’interno di un rapporto interpersonale, il rinnovamento, l’obbligo morale di mantenere il rapporto e l’idea di “faccia”, che significa lo status sociale, la proprietà, il prestigio o più realisticamente Una combinazione di tutti e tre. Guanxi ha una grande influenza sulla gestione delle imprese con sede in Cina, e anche quelle di proprietà di cinesi d’oltremare del sud-est asiatico, conosciuta come la rete di bambù.

da

https://educalingo.com/it/dic-en/guanxi

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