Abbiamo mostrato come negli ultimi venti anni la comunità scientifica si è dedicata allo studio di virus pericolosi per l’uomo aumentandone le caratteristiche patogene per meglio studiarli. In altri laboratori si sono anche creati virus chimerici, ovvero artificiali, per studiare i potenziali vaccini.
Tra i maggiori protagonisti di questa faccenda di coronavirus ci sono i cinesi e gli americani. I primi hanno il laboratorio di alta sicurezza a Wuhan – realizzato grazie alla collaborazione dei paesi occidentali – e l’accondiscendenza di un potere politico che garantiva la massima libertà di ricerca, i secondi, gli americani, che avevano la migliore preparazione scientifica ma erano soggetti a rigide regole nella ricerca.
Nella prima parte abbiamo evidenziato come entrambi i paesi, gli Stati Uniti e la Cina, hanno accusato l’altro di aver creato il Sars Covid 2, traslando la ricerca della responsabilità ad arma di propaganda. Successivamente abbiamo mostrato la letteratura scientifica che evidenzia come la natura del virus Sars Covid 2 sia chimerica – ovvero artificiale.
Ora è utile riportare le tesi di chi non crede che il virus sia nato in laboratorio.
Stanley Pearlman, microbiologo ed immunologo dell’University of Iowa in Iowa City sostiene che sia virtualmente impossibile creare un virus in laboratorio ed afferma che “Non credo che sappiamo abbastanza sui coronavirus, o su qualsiasi virus, per essere in grado di creare deliberatamente un virus …”, si consideri il citato clone svizzero del professor Volker Thiel ed i suoi colleghi dell’Istituto di Virologia e di Immunologia dell’Università di Berna a confutazione della tesi.
https://www.biorxiv.org/content/10.1101/2020.02.21.959817v1
Angela Rasmussen, PhD, una ricercatrice associata al Center for Infection and Immunity at Columbia University in New York City ritiene che la prova dell’origine naturale è data da una minore efficienza patogena di quella che si sarebbe potuto ottenere, “il dominio di legame del recettore della proteina spike in SARS-CoV-2, il virus che causa COVID -19, è subottimale, “il che significa che qualcuno che progetta una sequenza di dominio di legame del recettore ottimale probabilmente non” progetterebbe “la sequenza che si è evoluta in SARS-CoV-2”.
Tema questa che spaventa l’intelligenza di chi legge, perché sotto intende che tra gli scienziati sia lecita una competizione volta alla creazione del migliore agente infettivo e l’attitudine a ricerche pericolose.
Altrove si trovano critici che negano la natura chimerica, ma non possono negare la presenza incongrua dell’inserto del virus dell’HIV (PRRA) nel Sars Covid 2 assente nei virus originari del pangolino e del pipistrello.
https://www.nature.com/articles/s41591-020-0820-9
Ambigua si è mostrata anche la stampa scientifica, per esempio la prestigiosa rivista Nature, che pubblica una premessa agli articoli degli anni 10 che descrivevano i pericoli della “gain of function” a Wuhan. “Gennaio 2020: molte storie hanno promosso una teoria non verificata secondo cui il laboratorio di Wuhan discusso in questo articolo ha avuto un ruolo nell’epidemia di coronavirus iniziata a dicembre 2019. La natura non conosce prove che ciò sia vero; gli scienziati ritengono che la fonte più probabile del coronavirus sia il mercato degli animali.
Veniamo alle domande del giorno. Sono sicuri i laboratori dove si effettuano queste ricerche? Perché mai effettuare studi tanto pericolosi su virus tanto letali e potenziarli con il gain of function? Il dibattito si era acceso dalla raccolta di informazioni preoccupanti circa gli incidenti nei laboratori di massima sicurezza. L’articolo “Report: 395 mishaps at US labs risked releasing select agents” del CIDRAP Center of infectious Disease Research and Policy del settembre del 2011 specifica che nei laboratori statunitensi vi siano stati 196 casi di “perdita di contenimento” di materiale pericolo, ma anche:
- morsi e graffi di animali, 11 casi
- ferite da puntura di ago o da taglio, 46 casi
- guasto meccanico dell’attrezzatura, 23 casi
- guasto dei dispositivi di protezione individuale, 12 casi
- questioni procedurali, 30 casi
https://www.sciencemag.org/news/2014/07/lab-incidents-lead-safety-crackdown-cdc
https://www.sciencemag.org/news/2014/06/cdc-says-75-workers-may-have-been-exposed-anthrax
Qualsiasi motivazione scientifica a favore degli esperimenti di gain of function, impallidisce rispetto alla rinascita in laboratorio del virus potenziato dell’influenza spagnola del 1918 da parte di un gruppo di studio giapponese.
https://www.nature.com/news/engineered-bat-virus-stirs-debate-over-risky-research-1.18787
Il tema era così angoscioso che un gruppo di oltre duecento scienziati, detto il Gruppo di Cambridge, ha sottoscritto una lettera in cui si chiedeva la sospensione degli esperimenti di gain of function, nell’attesa di adottare nuovi protocolli di sicurezza a tutela della salute e delle ragioni della scienza.
http://www.cambridgeworkinggroup.org/
Il 17 ottobre 2014 il Stati Uniti decidono di sospendere i finanziamenti agli studi che si occupa di gain of function, ovvero manipolazione di patogeni di “influenza, Sars e Mers” per aumentarne la potenzialità virale.
https://obamawhitehouse.archives.gov/blog/2014/10/17/doing-diligence-assess-risks-and-benefits-life-sciences-gain-function-research https:
Marc Lipsitch, cofirmatario della lettera, un epidemiologo presso la Harvard School of Public Health di Boston, quando apprese della moratoria dichiarò che era una buona notizia, sostenendo l’opinione che erano necessari un maggior controllo sui processi di “gain of function” virale.
https://www.nature.com/news/us-suspends-risky-disease-research-1.16192
Specificatamente ai virus dei pipistrelli ed ai processi di creazioni di chimere patogene, Richard Ebright, biologo molecolare ed esperto di biodefence presso la Rutgers University di Piscataway, nel New Jersey ha affermato che “L’unico impatto di questo lavoro è la creazione, in un laboratorio, di un nuovo rischio non naturale” e così Peter Daszak presidente della EcoHealth Alliance, una rete internazionale di scienziati, con sede a New York City, che campiona virus da animali e persone in punti caldi di malattie emergenti in tutto il mondo che ha affermato che gli studi spostano un “virus da un potenziale patogeno emergente a un pericolo evidente e presente”.
https://www.nature.com/news/engineered-bat-virus-stirs-debate-over-risky-research-1.18787
Più semplicemente creare dei mostri con il solo scopo di trovare modo di combatterli, come riportato da un’intervista di Dudley Miller a Richard Ebright a The Scientist.
https://www.the-scientist.com/profession/interview-with-richard-ebright-51832
Ricordando quanto le fughe di laboratorio non siano un’eccezione come nel caso del Sars 1 dove si erano registrati casi a Singapore, Taiwan e Pechino, ma la norma.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7096887/
https://www.who.int/csr/don/2003_09_24/en/
https://www.who.int/mediacentre/news/releases/2003/np26/en/
fino al calcolo matematico probabilistico della fuga di un virus Sars oggetto di dettagliatissimi studi.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4128296/
Sarà l’amministrazione Trump ad interrompere la moratoria nel 2017, ma la nostra storia avrà inizio a Wuhan e dove gli scienziati di mezzo mondo si ritroveranno in quel triennio di moratoria 14-17.
Un laboratorio di massima sicurezza dovrebbe avere i protocolli di bio sicurezza più rigorosi, che possono includere sistemi di flusso d’aria, contenitori sigillati, dispositivi di protezione individuale (DPI) a pressione positiva, formazione completa e accessi altamente controllato all’edificio, ma il già citato Richard H. Ebright, in una intervista al Sunday Times, sostiene che il laboratorio P4 di Wuhan sia deficitario in termini di sicurezza.
“Il Wuhan CDC e il Wuhan Institute of Virology hanno condotto grandi progetti di ricerca su nuovi virus pipistrello, mantenuto vaste raccolte di ricerca di nuovi virus pipistrello e possedevano il virus più strettamente correlato al mondo con il virus dell’epidemia. Le prove documentali indicano che i nuovi progetti del virus pipistrello presso il CDC di Wuhan e l’Istituto di virologia di Wuhan hanno utilizzato standard di bio-sicurezza che rappresenterebbero un alto rischio di infezione accidentale di un lavoratore di laboratorio al contatto con un virus avente le proprietà di trasmissione dell’epidemia virus. Gli incidenti di laboratorio e soprattutto le infezioni acquisite in laboratorio sono comuni”
https://www.sundayguardianlive.com/news/corona-leaked-likely-wuhan-institute-virology-experts
Di quel laboratorio abbiamo poche immagini, alcuni scienziati e politici americani in visita dopo i finanziamenti delle amministrazioni statunitensi e una sala di controllo, delle tende grigie al posto di porte e sedie simil Breuer viennese dove si siedono gli addetti che osservano dei monitors.
La nostra sinossi è quasi giunta alla fine, seguirà nei prossimi giorni una parte relativa al dibattito tra i fautori della ricerca virologica libera ed indipendente e chi sostiene che i rischi siano meritevoli della maggiore attenzione, perché la fuga di patogeni dai laboratori potrebbe mettere a repentaglio la vita di milioni di persone.
16 marzo
2018 – La delegazione dell’ambasciata americana era guidata da Jamison Fouss, console generale a Wuhan e Rick Switzer, consigliere per l’ambiente, la scienza, la tecnologia e la salute dell’ambasciata.
Sala di controllo del laboratorio di Wuhan – Fonte Nature