La nuova rivoluzione verde è Occidentale, anzi europea.
Emissioni e Co2, rinuncia ai carburanti fossili ed al gas, morte per abbandono del motore a scoppio anche quanto inquina poco e forse meno di altre proposte green. Il giornalista Cesare Meotti del Foglio, ne ha fatto un argomento di riflessione nel libello “Il Dio verde – ecolatrie ed ossessioni apocalittiche”, di godibile lettura. Il filosofo francese Robert Redeker scrive nella presentazione del libro, “Diventare tutti un po’ più poveri, mangiare meno carne, viaggiare meno, smettere di essere quello che siamo: occidentali e consumisti. È quanto ci viene richiesto dalla religione ecologista, il nuovo oppio dei popoli dell’Occidente post-cristiano. Siamo tutti peccatori ambientali e dobbiamo cercare la salvezza nella Sostenibilità. Dio non è morto, come scrisse Nietzsche. È diventato verde. Il comunismo esaltava il proletariato, l’ambientalismo esalta l’ecosistema, ma il mostro da combattere è sempre lo stesso: l’Occidente liberale e capitalista.”
Vi sono tante ragioni per desiderare un mondo migliore e meno inquinato, ma vendere la nuova rivoluzione industriale come etica è affare, davvero insostenibile.
L’ultimo capitolo della guerra alle emissioni è una nuova normativa sulle abitazioni dei cittadini europei. La pretesa è che le case devono essere efficienti ed a basso impatto termico, pena l’impossibilità di locare o vendere il proprio bene. I tempi della rivoluzione sono ascrivibili a pochi anni, un tempo utile perchè i cittadini europei possano adeguare la propria abitazione ai nuovi standard al prezzo di ricomprarla.
Poi abbiamo la Cina. Pechino si è assicurata le materie prime utili per la rivoluzione verde e la svolta elettrica dell’Occidente, ma aumenta il consumo di carbone nel primo trimestre dell’anno per nutrire il proprio operoso Dio Faber a dispetto dei costi ambientali.
Scrive Uwe Roland Gross sul sito China News: “Le emissioni di CO2 sono cresciute del 4% nei primi tre mesi del 2023 rispetto allo scorso anno, toccando il record trimestrale di oltre 3 miliardi di tonnellate, secondo un’analisi del Centro di ricerca sull’energia e l’aria pulita (CREA), un’organizzazione indipendente con sede in Finlandia. L’analisi si basa su cifre ufficiali e dati commerciali ed è stata pubblicata per la prima volta sul sito di notizie Carbon Brief. Secondo CREA, la nuova ondata di centrali a carbone non è guidata dall’aumento della domanda annua di elettricità. “Il vero driver è la preoccupazione di soddisfare i picchi di domanda”, ha affermato venerdì. Dopo le carenze di energia elettrica nel 2021, seguite dall’ondata di caldo record dello scorso anno, le preoccupazioni per la sicurezza energetica hanno perseguitato Pechino, costringendola ad aumentare la dipendenza dal carbone. L’anno scorso, Pechino ha approvato la più alta nuova capacità di carbone in otto anni. Il gruppo ambientalista Greenpeace ha dichiarato il mese scorso che la Cina ha approvato almeno 20,45 GW di nuovo carbone nei primi tre mesi del 2023, secondo i documenti ufficiali di approvazione. Nel 2020, ha approvato almeno 90,72 GW di nuova energia a carbone, ha affermato il gruppo, citando principalmente i problemi di sicurezza energetica.”
Grandi questioni e piccole paure. Concretezza cinese ed ecologismo militante europeo? Stabilizzare la domanda o accettare la decrescita infelice? Le autovetture europeo otterranno forse la neutralità energetica, ma negli Stati Uniti, Cina ed India? Ed infine, cosa sarà delle nostre case? Il moloch verde vorrà far pagare il suo tributo a noi europei? O meglio, a noi italiani che siamo proprietari di casa più degli altri europei e le abbiamo più vecchie e malconce?
Mi viene da pensare che le rivolte dei gilet gialli francesi, che scesero in piazza contro l’abolizione delle vetture a gasolio, sarebbero una passeggiata in confronto ai futuri moti per la casa degli italiani.
Poi, alla fine, rifletto e ricordo il principio di realtà di Celso il giovane, giurista romano, che scriveva, “ Impossibilium nulla obligatio est”, ovvero “Non v’è nessun obbligo nei confronti delle cose impossibili”.
Si cali il sipario, qualcuno a Bruxelles si è fatto prendere la mano, le case saranno salve.
21 maggio