La casa d’asta Christie ha battuto una rara copia delle memorie di Claude de Forbin nella stampa di François Giraldi del 1748 per soli 250 sterline nel 2019. La vendita è stata più bassa della valutazione base, che prezzava i due volumi a 500 sterline.

Per quanto è in noi, ci limitiamo a leggere le avventure di de Forbin nell’edizione più semplice ed economica dell’editore Antipodes a cura di Vezio Vascotto.

De Forbin ebbe una vita straordinaria ed avventurosa, militare di professione e diplomatico visse il tempo delle scoperte etnografiche dell’Europa.  Le sue memorie di un viaggio in Siam nel 1685 rimangono di godibilissima lettura.

Inviato dal Re di Francia, il conte De Furbin divenne per inciampo il governatore di Bangkok perché preso in simpatia dal re del Siam,  “non so se le devo dire – la fortuna o la disgrazia di piacergli. Comunque sia, quel Principe desiderò trattenermi alla sua corte”.

Il nostro manifesta da subito disprezzo per i gli antichi thai, ”vennero ad offrirmi un verme lungo circa nove pollici e largo i proporzione, tutto bianco, simile ai nostri bachi da seta, ma più lungo. Quell’uomo pensava di offrirmi una leccornia”, le loro città “la sola capitale è appena comparabile per grandezza ad una città francese di quarto o quinto ordine”, la loro cultura e religione. Considera il sovrano un uomo sciocco ed ingenuo, il paese miserabile e crudele, “Il re in persona applica la giustizia: ho già detto che egli ha presso di sé una guardia composta da quattrocento carnefici. Nessuno può sottrarsi alle severità delle sua punizioni; nemmeno i figli ed i fratelli del re ne sono esenti. I castighi ordinari consistono nello squarciare la bocca fino alle orecchie a coloro che non parlano abbastanza ed a cucirla a quelli che parlano troppo”.

Tanto cencioso da non giustificare lo sforzo degli occidentali per assumerne il controllo – faccenda questa che ribalterebbe l’orgoglio siamese e la loro narrazione, uniche tra le genti dell’Indocina a non divenire colonia.

De Forbin rimpiange la Francia, combatte contro un gruppo di feroci islamici originari del Macassan, che cercano di scalzare il regno siamese, ma soprattutto descrive l’intrigo da salotto con un primo ministro Constantine Phaulkon di origine greca in una pagina straordinaria.

Geloso della sua posizione il greco cerca di ucciderlo, “mi inviò del latte cagliato, di cui ero goloso; non lo bevvi ma ebbi l’impudenza di lasciarlo ai miei servi: quattro ne mangiarono e morirono quasi subito”. Il nostro sopravvive agli intrighi, ma non manca di stimare il supposto rivale “egli aveva un animo nobile, elevato, ed un’intelligenza superiore, capace di grande progetti … ma anche oscurato da grandi difetti, un’ambizione smisurata, una cupidigia insaziabile, spesso addirittura sordida”, appena può De Forbin ritorna in Francia con una fuga rocambolesca.

De Forbin non mancherà di dichiarare il suo dispiacere nel sapere che un colpo di stato di alcuni mandarini di corte aveva deposto in sovrano e fatto giustiziare il ministro greco.

Davvero curioso il diario di De Forbin, come anticipato pubblicato in Italia da Antipodes per la modica spesa di 10 euro ben spesi.

2 giugno

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