Venerdì scorso un pallone aereo cinese di alta quota attraversava i cieli degli Stati Uniti, pare fosse grande tre volte un autobus.
Volava ben oltre le altezze degli aerei civili e non rappresentava una minaccia alla navigazione nei cieli dall’alto dei suoi 20.000 metri. Il ministero della difesa statunitense, agli ordini del dottor Stranamore, lo riteneva invece una minacciosa, quanto lenta, invasione degli spazi aerei nazionali e ne disponeva l’abbattimento. ll pallone cinese pareva dotato di misteriosi apparati elettronici. Nelle prime ore Pechino non ha ammesso la responsabilità, poi ha dichiarato che il pallone era attrezzato per studiare la meteorologia, ma era uscito di rotta e ne avevano perso il controllo. Difficile da quelle parti ammettere subito gli errori senza venire punito ed allontanato. “È prossimo ad attraversare aree sensibili del Montana”, aveva tuonato l’amministrazione Biden, ricordando che in quello stato si trovano importanti basi missilistiche. I cinesi avevano minimizzato ed insistito sull’incidente di rotta, “non altro di quel che si vede, tanto lento, grande e grosso e perdipiù tanto visibile, non può essere un pallone spia”, avevano urlato al mondo. Washington è convinta che sia un pallone spia e … why not … lo ha abbattuto.
I telediretti telegiornali di tutto il mondo hanno aperto con la notizia di Blinken, il segretario di stato americano, posticiperà la sua visita in Cina, mentre i pennivendoli della Sera hanno speso inchiostro digitale sulla crisi del pallone, per una volta impossibilitato di essere preso a calci ma sgonfiato da cannonate spaziali. In un tempo tanto drammatico, penso alla guerra alla porta di casa, la faccenda del pallone fuori rotta è invero singolare. In un tempo di satelliti militari di ultima generazione, pare poco credibile tornare ai tempi degli aerei spia e di Gary Powers, il pilota statunitense abbattuto dai russi nel 1961, come pensare che le balle spaziali siano il nuovo confine della guerra tecnologica ed ibrida. Se lo dicono tutti in gran coro ci crediamo anche noi, ma il finale con il botto lascia aperte più domande che risposte.
Ben più preoccupanti paiono le quotidiane incursioni dei caccia cinesi sulla libera isola di Taiwan ed i continui cinghiettii amorosi di russi e cinesi alle porte di Vladivostock.
Chi oggi prende le decisioni era giovane nel 1983, quando Nena cantava una profetica “99 luftballons“, ma dubito che non si siano chiesti cosa raccontasse quella profetica canzone di successo. 99 palloncini rossi scambiati per una minaccia, capaci di procurare una disastrosa guerra totale.
99 luftballons (99 palloncini)
Hast du etwas Zeit für mich?
Dann singe ich ein Lied für dich
Von neunundneunzig Luftballons
Auf ihrem Weg zum Horizont
Denkst du vielleicht grad an mich?
Dann singe ich ein Lied für dich
Von neunundneunzig Luftballons
Und dass sowas von sowas kommt
Hai un po’ di tempo per me?
Allora ti canterò una canzone
Di novantanove palloncini
In viaggio verso l’orizzonte
Forse stai pensando a me solo ora
Canterò una canzone per te
Di novantanove palloncini
E come qualcosa arriva per qualcos’altro
Neunundneunzig Luftballons
Auf ihrem Weg zum Horizont
Hielt man für Ufos aus dem All
Darum schickte ein General
‘ne Fliegerstaffel hinterher
Alarm zu geben, wenn’s so wär
Dabei war’n dort am Horizont
Nur neunundneunzig Luftballons
Novantanove palloncini
In cammino verso l’orizzonte
Si pensava che fossero UFO dallo spazio
Ecco perché un generale ha inviato
Una squadra aerea a cercarli
E a dare l’allarme se fosse stato vero
Ma all’orizzonte vi erano
Solo novantanove palloncini
Neunundneunzig Düsenflieger
Jeder war ein großer Krieger
Hielten sich für Captain Kirk
Das gab ein großes Feuerwerk
Die Nachbarn haben nichts gerafft
Und fühlten sich gleich angemacht
Dabei schoss man am Horizont
Auf neunundneunzig Luftballons
Novantanove aerei
Ognuno era un grande guerriero
Sembravano il capitano Kirk
C’era un grande spettacolo pirotecnico
i vicini non l’hanno capito
Si sentirono subito provocati
E spararono all’orizzonte
A novantanove palloncini
Neunundneunzig Kriegsminister
Streichholz und Benzinkanister
Hielten sich für schlaue Leute
Witterten schon fette Beute
Riefen: “Krieg!” und wollten Macht
Mann, wer hätte das gedacht
Dass es einmal so weit kommt
Wegen neunundneunzig Luftballons
Wegen neunundneunzig Luftballons
Neunundneunzig Luftballons
Novantanove ministri della guerra
Fiammiferi e taniche di benzina
Credevo fossero persone intelligenti
Hanno sentito profumo di un lauto bottino
Gridarono: Guerra! e vollero il potere
Amico, avresti mai pensato
che saremmo arrivati fino a questo punto
A causa di novantanove palloncini
A causa di novantanove palloncini
Novantanove palloncini
Neunundneunzig jahre Krieg
Ließen keinen Platz für Sieger
Kriegsminister gibt’s nicht mehr
Und auch keine Düsenflieger
Heute zieh ich meine Runden
Seh die Welt in Trümmern liegen
Hab ‘n Luftballon gefunden
Denk an dich und lass ihn fliegen
Novantanove anni di guerra
Non lasciano posto per i vincitori
Non ci sono più ministri della guerra
E nemmeno caccia
Oggi faccio il mio giro
Vedo il mondo in rovina
Ho trovato un palloncino
Penso a te e lo lascio volar via.
5 febbraio