Tutto questo dire della Cina e del Virus Covid 19, che sia “peste manufacta” sfuggita per colpa o dolo, del governo cinese e dai suoi laboratori, dell’Organizzazione mondiale della Sanità con guida a sinistra, di Di Maio e della via della seta, dei servizi segreti italiani ma anche occidentali, del 5 G di Huawei, della polizia digitale, di Trump, di Fauci e dei virologi e della corsa al vaccino che forse non serve più perché il raffreddore (?!) stimola le difese immunitarie (notizia pubblicata il 18 maggio dal Corriere), della crisi e della slavina che ci porta via la terra da sotto i piedi, di tutto possiamo parlare con la Cina, che nega ogni colpa ed addebito con la forza di chi è giovane ed ha muscoli, ma che vive pericolosamente e può uscirne con la testa spezzata in un vicolo o forse le cose potrebbero finire diversamente.
L’evidenza della responsabilità è nella domanda di Niall Ferguson pubblicata dal Sunday Times del 6 aprile 2020:
“after it became clear that there was a full-blown epidemic spreading from Wuhan to the rest of Hubei province, why did you cut off travel from Hubei to the rest of China – on January 23 – but not from Hubei to the rest of the world? Now, I don’t expect straight answers to these questions, any more than we got straight answers from the Soviet Communist Party after Chernobyl.”
“dopo che è diventato chiaro che si è verificata un’epidemia in piena espansione da Wuhan al resto della provincia di Hubei, perché hai interrotto il viaggio dall’Hubei al resto della Cina – il 23 gennaio – ma non da Hubei al resto del il mondo? Ora, non mi aspetto risposte dirette a queste domande, non più di quanto abbiamo ottenuto risposte dirette dal Partito Comunista Sovietico dopo Chernobyl.”
La forza di Ferguson è nella domanda, figlia di un mondo anglosassone nutrito di principi e meno dalle opportunità, dove si può raccontare l’evidenza senza temere la minaccia o il ricatto.
La Cina è il virus e come tale deve essere considerato (virus per etimologia veleno), per la negazione dei diritti individuali, dell’ordine liberale e delle buone regole del commercio ed delle proprietà intellettuale e per la sua capacità di infettare il mondo, si pensi all’inquinamento atmosferico in Cina che uccide una media di 4.000 persone al giorno, oltre un milione e mezzo ogni anno, come dallo studio di Berkeley Earth, giornale on-line della Public Library of Science, tramite le emissioni delle centrali a carbone ed al PM 2,5.
In questi mesi si è cominciato a parlare di decoupling, ovvero la decostruzione della catena della produzione del valore con la Cina. Il governo giapponese di Shenzo Abe ha disposto pochi giorni fa, un finanziamento di 2,25 miliardi di dollari per sostenere il rientro a casa di settori sensibili all’economia nazionale, parimenti l’argomento è sul tavolo dell’agenda Trump nell’anno elettorale. Detto questo, mi chiedo quanto pesa l’interdipendenza dei maggiori paesi del fronte occidentale, perché la volontà imperiale cinese possa essere limitata, prendo due semplici dati a esposizione:
La Cina detiene 1100 miliardi di euro del debito statunitense (dati 31 marzo 2019 dati Bloomberg)
La Germania esporta 95 miliardi di euro in Cina (dati 2018 dati Export planning) ed il settore automotive segna oltre mezzo milioni di macchine vendute da BMW (dati BMW news) pari ad oltre il 20% della produzione complessiva e 630.000 di Audi nell’anno 2018 pari al 35% di Audi (dati Audi).
Quanto è divenuta grande la chimera creatasi tra interessi americani, tedeschi e cinesi? Il mostro a tre teste e con un unico stomaco – non cuore ma stomaco – potrà essere sconfitto? Chi sarà San Giorgio? Chi armerà la sua lancia? E se mai fosse, cosa sarà di noi?
Niall Ferguson’s questions
https://www.theglobeandmail.com/opinion/article-lets-zoom-xi-he-has-questions-to-answer/
21 maggio 20