Cannes, la bella località francese, nota per il suo prestigioso festival del cinema, ha visto l’attentato di un immigrato tunisino a due poliziotti al grido di Allah è grande. I giubbotti anti proiettili e la prontezza degli uomini della gendarmeria hanno evitato che l’attentatore potesse uccidere. Neutralizzato dopo essere stato ferito è stato portato presso un ospedale, non pare in pericolo di vita.
La notizia così descritta detiene l’ovvietà. Il criminale immobilizzato, se occorre ferito, meglio che ucciso, una volta guarito sarà portato in tribunale per un equo processo. Una corte accerterà la responsabilità e all’occorrenza la condanna. In questi stessi giorni il terrorista Salah Abdelslam, reo confesso della strage al club Bataclan di Parigi è sottoposto a processo. Durante l’arresto fu ferito, poi curato ed oggi è in aula.
La notizia circa la sanità di Singapore non offrirà le cure mediche ai propri cittadini che hanno rifiutato il vaccino è stata rilanciata dai giornali di tutto il mondo, trovando da noi degli accorati sostenitori.
Nella piccola città stato di meno di 6 ml di persone oltre il 85% ha avuto inoculato il vaccino, ma a dispetto di una copertura vaccinale tanto ampia, negli ultimi giorni vi è stato però un aumento dei casi. I dati di Singapore – tanto simili a quelli lombardi – evidenziano l’inefficacia sterilizzante del preparato e l’illusione che sia possibile l’eradicazione di un virus tanto infettivo, quanto poco letale su una popolazione inferiore ai 60 anni.
Il nuovo modello asiatico di gestione pubblica sembra essere sempre un passo oltre da quanto offerto dalle nostre democrazie occidentali. Il modello del lockdown è di derivazione cinese, fino ai primi mesi del 2020 la riduzione dei diritti civili per una pretesa sanitaria era estranea al nostro mondo, fino ad allora si è sempre privilegiato la separazione del malato da curare dal sano da tutelare e non già la serrata coatta ed indiscriminata. Successivamente al lockdown si sono sviluppati modelli sempre più complessi di controllo personale e sociale, dalle patenti a punti di responsabilità sociale ai pass sanitari.
Alle regole seguono le sanzioni per chi se ne discosta, così il modello punitivo di un sistema di emergenza sanitaria sine die vede un nuovo punto d’arrivo. Il costo della salute diviene affare non universalistico ma esclusivamente privato, a colpire l’obiezione vaccinale di cittadini. Nel merito ed evidentemente, il tutto potrebbe essere superato dall’obbligo dell’inoculazione, in Italia, ad esempio, l’obbligo vaccinale è imposto già per dieci trattamenti preventivi, ma il passaggio diviene tanto stretto che non potrebbe giustificare il nuovo modello di autorità, dove lo stato di eccezione è divenuto regola prescrivendo il necessario ed il dovuto.
Il paradosso della cura del terrorista e la negazione della cura all’obiettore di una facoltà – ovvero il trattamento consigliato – non già di un obbligo, sono oggi la plastica dimostrazione dell’affermazione di un nuovo capitalismo del controllo di genesi orientale, autentico nuovo laboratorio del mondo.
L’ideologia è superata, strumentale è la pretesa scientifica, pretesa appunto perchè ideologica.
14 novembre