Trang, Thailandia – ore 5:20 del mattino

Il signor Somchai si sveglia prima dell’alba, come faceva suo padre, e il padre di suo padre. Lo troviamo già tra gli alberi, con una torcia legata alla fronte e il coltello affilato per incidere la corteccia. La luce è azzurra, lattiginosa, e il silenzio è rotto solo dai rumori umidi della foresta.
“Il lattice non scorre più come una volta,” dice piano, senza interrompere il gesto. “Piove troppo. O non piove affatto. Gli alberi si ammalano. Ma non possiamo smettere.”

Ci mostra una pianta malata. Il taglio non produce quasi nulla. “Una volta bastava questo ettaro per mandarci i figli a scuola. Ora non è più così.” Poi sorride, con rassegnazione lucida: “Ma noi siamo gente di gomma. Abbiamo imparato a resistere.”

Questa piantagione familiare, nascosta tra le colline, è uno dei milioni di volti della gomma naturale: una materia prima che ha attraversato gli oceani, cambiato imperi e ridisegnato le economie tropicali. Oggi, però, è in pericolo.

Nel 2025, secondo l’Association of Natural Rubber Producing Countries (ANRPC), la domanda globale ha superato 15,6 milioni di tonnellate, mentre la produzione mondiale è rimasta sotto i 14,9 milioni. Il deficit previsto – oltre 700.000 tonnellate – ha fatto salire i prezzi a livelli mai visti dal 2011.

Eppure, il rimbalzo economico non ha prodotto benefici uniformi. In Indonesia, la produzione è crollata del 9,8%. In Vietnam, è diminuita dell’1,3%, mentre la Thailandia ha leggermente aumentato (+1,2%), ma senza invertire la tendenza. Le cause? Cambio climatico, prezzi bassi nel decennio precedente, migrazione giovanile verso le città, competizione con altre colture più redditizie, come l’olio di palma.

“Un albero di Hevea brasiliensis impiega sette anni per diventare produttivo,” ci spiega Dr. Kittipong Manokulchai, agronomo dell’Università di Chiang Mai. “Se il prezzo oscilla troppo, i coltivatori semplicemente non reimpiantano. È una scommessa che non possono permettersi.”Nel secondo dopoguerra, l’avvento della gomma sintetica – derivata dal petrolio – ha progressivamente eroso il dominio della gomma naturale. Oggi rappresenta circa il 55% del mercato globale, usata in pneumatici, componenti industriali, guarnizioni. È più economica, più standardizzabile, meno dipendente dal clima.

Ma non è perfetta. Alcune applicazioni – come i guanti chirurgici, i pneumatici da aviazione, o i prodotti ad alta elasticità – richiedono ancora gomma naturale. Inoltre, le preoccupazioni ambientali hanno riacceso l’interesse per il lattice vegetale, potenzialmente più sostenibile e rinnovabile.

“L’industria sta guardando di nuovo verso l’Asia,” scrive The Rubber Economist (aprile 2025). “Non per nostalgia, ma per necessità.”

In parallelo, alcune iniziative stanno cercando di reinventare la gomma naturale. L’azienda Continental ha avviato in Indonesia un programma di formazione per piccoli produttori, promuovendo pratiche di agricoltura rigenerativa, riduzione dei pesticidi e diversificazione colturale.

In Thailandia, la Green Rubber Cooperative ha lanciato un marchio certificato bio, venduto a produttori europei di moda e design. “Pagano di più, ma vogliono qualità e tracciabilità,” spiega Nok Supansa, direttrice della cooperativa. “Per noi è una forma di sopravvivenza culturale.”

Il bio-lattice sta emergendo come nicchia di valore, non in grado di compensare il calo globale, ma utile per mantenere vivi territori e tradizioni.

Somchai non sa nulla di “biolattice”, ma sa che il clima è cambiato. Che il figlio vuole studiare informatica a Phuket. Che la gomma, forse, ha fatto il suo tempo. Eppure, ogni mattina, si alza e incide gli alberi.
“Non posso smettere,” ripete. “Anche se un giorno i miei figli venderanno la terra. Io ci sono cresciuto, qui. È la mia vita.”

La parabola della gomma è la parabola di un’Asia che ha assorbito la modernità, la globalizzazione, l’instabilità. Una pianta brasiliana ha messo radici nei tropici asiatici, ha dato forma a economie, paesaggi, destini. Ora, come tutto, si piega sotto il peso del tempo. Ma forse non si spezza.

Fonti principali:

ANRPC – Association of Natural Rubber Producing Countries, Monthly Bulletin (marzo-aprile 2025)

Mordor Intelligence, Natural Rubber Market Outlook (2025–2030)

The Rubber Economist, Trends & Prices, aprile 2025

Continental Group, Sustainable Rubber Supply Report, 2025

Selina Wamucii, Prezzi internazionali della gomma naturale

Interviste a coltivatori e cooperative thailandesi, Trang e Phatthalung, marzo 2025

 

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