Nuovo capitolo sulla crescente instabilità tra la Cina ed i suoi partner economici e finanziari.

Gpif, Il Fondo di investimento pensionistico governativo giapponese, che gestisce ed investe i fondi di riserva dei piani pensionistici governativi per un ammontare di circa millecinquecento miliardi di dollari, ha dichiarato che eviterà di acquistare obbligazioni di stato cinesi.

Gpif ha addotto ragioni di opportunità: crisi di liquidità ed instabilità dell’economia cinese oltre al mancato accesso al mercato dei futures da parte degli investitori esteri.

Attualmente il fondo Gpif, guidato da Masataka Miyazono, ha in portafolio titolo di stato di Pechino per oltre 1,73 trilioni di dollari. I tassi dei bond decennali sono vicino al 3% – nota bene, per i lettori più distratti, che gli equivalenti titoli di stato statunitensi garantiscono un punto e mezzo, gli italiani sono a meno di un punto ed i tedeschi vicino allo zero.  

E’ complicato prevedere le conseguenze di quanto deciso dal consiglio di Gpif. A nessuno può sfuggire la coincidenza con l’affaire Evergrande e la crescente distanza tra Pechino ed il mercato globalizzato degli investimenti.

Se i titoli del debito sovrano di Pechino saranno inseriti da fine di ottobre nell’indice FTSE Russell, che quota le obbligazioni degli stati, la scelta di Gpif assume una valenza politica e si incardina in un scontro più ampio.

Negli ultimi anni la Cina ed il Giappone si sono fronteggiate sulle coste di remote isole meridionali oggetto dell’espansionismo cinese, scelta singolare di Pechino che ha fatto irritare Tokyo e da indurlo a decisioni drastiche.

Una delle ultime iniziative del governo di Shenzo Abe è stato quello di incoraggiare e finanziare il ritorno a casa di imprese, che avevano delocalizzato in Cina per ragioni di opportunità, per un valore pari a 2,2 miliardi di dollari.

Pochi giorni fa l’editoriale del Global Times, tabloid del partito comunista cinese, lamentava come il Giappone ponesse limiti e vincoli all’ingresso della Cina nell’accordo di libero scambio pan pacifico CPTPP. Nelle stesse settimane il Giappone stringeva un accordo di cooperazione militare con il Vietnam simile ad uno precedente stipulato con l’India nel 2020.

La guerra è già in corso, non si sparano bombe tradizionali, ma grandi manovre finanziarie e ritorsioni commerciali e botti assordanti, un grande splash!

6 ottobre

 

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