Il presidente Xi Jinping nel recente intervento al Boao Forum, una sorta di Davos orientale, ha dichiarato che la globalizzazione è l’elemento che garantisce crescita e stabilità del sistema mondiale.
Ci avevamo creduto anche noi.
La Pax Marcatoria sembrava la soluzione razionale per evitare gli orrori della guerra a favore dei commerci e degli affari tra le nazioni.
Ne abbiamo discusso per anni ed abbiamo letto le voci critiche di Noam Chomsky, John Gray, Ignacio Ramonet e Toni Negri, ma molti di noi si sono persuasi che il mancato rispetto delle norme di un commercio equo fosse accettabile. Sfruttamento del lavoro, furto di proprietà intellettuali, ma anche prestiti a tassi usurai tra nazioni e organizzazioni internazionali, spoliazione dei diritti di alcuni per il beneficio di altri, minacce, sfruttamento, ricatti e tant’altro, tuttavia l’imperfetta Pax Marcatoria risultava accettabile perchè rimane Pax prima di tutto, ed abbiamo chiuso gli occhi.
Gli ultimi anni hanno imposto il decoupling all’Occidente, ovvero la riformulazione di nuove catene della produzione del valore, abbiamo vissuto comprando a sconto per oltre un ventennio ed abbiamo scoperto che proseguire oltre ci avrebbe portato ad un suicidio, perché non si può vivere di sola finanza e poca produzione ed affrontare la crescente frustrazione delle classi lavoratrici di casa nostra.
I cinesi avidi di crescita, non si limitavano più a voler essere i venditori di scarpe, plastiche e tessuti a buon mercato, volevano di più iniziando a pensare a servizi superiori come le telecomunicazioni, IT e nuove attività finanziarie. Oggi ogni discussione con la Cina è complicata, ti accusa di ogni male, di essere razzista e di volerla escludere dai mercati che contano ma si espande in ogni dove dall’Africa alle Melanesia pacifica, non accetta limiti allo sfruttamento del pianeta ricordando che noi abbiamo fatto prima di peggio, vero ma forse dovremmo essere tutti più responsabili.
Ricostruire nuove catene di produzione per dare una nuova spinta al vecchio Occidente. Chi sta peggio è la nostra Europa, che ha integrato lavoratori e consumatori dalla vicina Africa che si mostrano riottosi ai valori costitutivi dell’Occidente, così tanto diversi dai latinos americani che aspirano all’integrazione negli Stati Uniti.
Poi nei giorni scorsi leggiamo le affermazioni russe sul ritorno dell’autarchia, la direzione è ostinata e contraria al mondo.
La follia ucraina chiude i mercati alla Russia. Si chiudono le linee di credito e le porte delle istituzioni finanziarie, fuggono le corporation globali che avevano sede nella federazione russa, fugge la classe dirigente di formazione europea, così Mosca proibisce a chi ha un’educazione superiore di abbandonare il paese. Le notizie di alcuni oligarchi suicidi con tanto di moglie e figli invitano i più a non fare passi falsi e rimanere sulla nave Russia. Navi russe … in queste ore una nave militare russa del 1915 orgoglio della marina zarista – una volta ammodernata – organizza le ricerche sull’affondamento del Moskva – altro ferrovecchio ammodernato del 1979 l’anno dell’invasione russa dell’Afghanistan per intenderci, mentre appare nei cieli il missile di Putin dal nome che evoca morte e distruzione dal nome Satan – cosa dirà mai il vecchio Kirill patriarca ortodosso.
Grande ed immensa miserabile Russia, nano economico e gigante strategico.
Pensare ad un missile spaccatutto è un momento paradossale, quasi una retrocessione ad un girone inferiore quasi fosse un Kim qualsiasi, che minaccia il mondo con il suo missile mensile ad alta detonazione. Vorrei fosse stata mia la folgorazione della Russia derubricata a potenza monca, ma è di Giulia Pompili una brava giornalista del Foglio.
Mondi diversi, la Cina che guarda al mondo, noi alla ricerca di nuovo equilibrio e la Russia che parla di autarchia ed indipendenza e si stacca da Internet. Putin allarga le braccia ed assicura che la nuova fase nord coreana porterà soddisfazione agli imprenditori russi che avranno coraggio ed il popolo non starà poi tanto male, anche se l’inflazione a Mosca è pari al 20% e continua ad impennarsi.
Io però ci credo poco.
Sono malizioso ed aspetto che Putin svesta i costosi abiti italiani ed i meravigliosi orologi svizzeri di cui è collezionista, per avere al polso un Vostock da pochi euro, ops rubli. Nel frattempo il mondo dei mastri orologiai svizzeri si interrogano sui servizi FSB di Mosca – il moderno KGB – che hanno sequestrato Audemars Piguet per milioni di franchi nel negozio dirimpettaio a casa dello zar sulla Piazza Rossa al civico numero 3.
“Ce n’est pas la guerre c’est un braquage qui rappelle l’histoire de Leclerc braqué à un feu rouge en Versilia”
“Non è la guerra è una scippo che ricorda la vicenda di Leclerc derubato ad un semaforo in Versilia”
mi dice un amico ginevrino che disturbo per avere chiarimenti sui fatti e li paragona allo scippo subito dal pilota Charles Leclerc della Ferrari da un orologio da due milioni di euro.
La Svizzera si avvicina alla Nato, organizzazione obsoleta fino ad un paio di mesi fa, ora un club a cui tutti vorrebbero essere iscritti, intollerabile una rapina in negozio fatta da agenti di sicurezza.
Oltre le grandi questioni strategiche, il mondo si comprende meglio guardando cosa succede per le strade e cosa mangia la gente comune.
Il primo McDonald’s sulla piazza Pushkin nel 1990 e le migliaia di russi in fila e poi la Cina di un imprenditore tanto curioso che anni dopo prese la faccina triste del presidente Obama e fece un clone di un KFC. L’ufficio legale del presidente americano si mobilitò quasi fosse un’emergenza nazionale per imporre la chiusura. Neppure il tempo di produrre una diffida che il venditore di polli fritti era già fallito, tanto rumore per nulla.
Pollo fritti ed Hamburger, il junk food americano è davvero popolare nel mondo. Sembra che ne sia ghiotto il presidente russo vicario Medvedev – il Robin like quando Putin è Batman … incorreggibile ma divertentissimo – anni al Cremlino in attesa di una riforma costituzionale per dare a Putin il titolo ad aeternum. Si racconta che Medveved ruppe i rigidi protocolli delle visite diplomatiche per pranzare in un fast food con Obama. Tutto vero perchè ne abbiamo le fotografie.
Oggi a Mosca i fast food americani sono chiusi ed il proposito patriottico è tornare ad una proposta autartica fatto di zuppe di patate e cavolo rosso.
I cinesi invece si sono mangiati McDonald’s, la società operativa in Cina che è sotto il proprio controllo, avevano migliaia di negozi e centocinquantamila dipendenti. Si racconta che McDonald’s nel 2017 fu indotto alla cessione della sua filiale cinese per ragioni di necessità più che per opportunità, ma è probabile che non sapremo mai la verità, ma l’attività del gruppo era sottoposta a pilotati scandali alimentari che minavano la credibilità del marchio.
Globalizzazione ed autarchia, diritti d’immagine e marchi, commercio e concorrenza, egemonia e rappresentazione, poi hamburgher, pollo fritto e zuppe di patate ai cavoli rossi a spiegare ogni accidente.
27 aprile
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