“Finché c’è guerra c’è speranza” rimane tra i film più amati di un oramai maturo Alberto Sordi, che lo dirige nel 1974 quando ormai aveva cinquantaquattro anni. Sordi interpreta un commerciante romano di pompe idrauliche, che converte la propria attività nella vendita di armi a paesi africani sempre in guerra tra loro.
Silvia Monti è la bellissima moglie di Sordi, che ebbe una breve carriera artistica preferendo la sua vita privata, prima sposando il nobile Luigi Donà dalle Rose e poi convolando a seconde nozze con Carlo De Benedetti, nel film è una donna viziata, che ama vivere nel lusso ed è piena di pretese e pur di non rinunciarvi è disposta ad ogni compromesso.
La sceneggiatura del film è firmata dallo stesso Sordi e da Leo Benvenuti e Piero De Bernardi, due grandi maestri della commedia italiana tra i cui film abbiamo: Amici Miei di Monicelli, La Stanza del Vescovo di Risi, Fantozzi di Salce, Un sacco bello di Verdone.
Memorabile la scena finale del film in cui Sordi subisce un processo da parte della sua famiglia perché l’attività del padre era divenuta pubblica, Sordi propone di tornare alla vecchia vita e ad un lavoro rispettabile, chiede alla famiglia di decidere se vogliono mantenere il proprio benessere o rinunciare, andrà a riposare e sarà poi la domestica a risvegliarlo e dirgli di tornare in Africa, a commerciare armi e garantire a tutti l’agiatezza.
Vi sono agenti e rappresentanti, imprenditori che oggi lavorano in Cina, non commerciano armi, ma hanno scelto quella piazza per lavorare. Persone normali e rispettabili, con famiglie migliori di quelli di “Finché c’è guerra c’è speranza”, che fino ad oggi hanno chiusi gli occhi sulla Cina e sui cinesi che falsificano i loro stessi prodotti attraverso l’italian sounding ed utilizzare un marchio China export tanto uguale a quello della Comunità europea, da essere stati condannati da una corte di giustizia italiana.
La filosofia è voltare gli occhi da qualche parte nella speranza che passi la nottata, ma non mi si venga a dire “E’ il mio lavoro” come Alberto Sordi … la notte è passata, è mattina ed il cielo è nero pece.
20 novembre