Ricordate la stagione dei film di kung fu che arrivava dalla Cina, o meglio da Hong Kong?

Se non avete almeno cinquant’anni vi risulterà difficile credere che il genere “Kung fu” ebbe una stagione breve e fortunatissima. Furono i film di Bruce Lee e poi di Jacky Chan, mostravano un mondo ferocissimo fatto di scuole di formazione guerresca ed onore e poi tante botte da orbi.

L’americana Dreamworks ne ha fatta una parodia animata di successo con la seria Kung Fu Panda che ha raggiunto ben due sequel ed è amatissimo dai bambini.

Il regime di Pechino ha fatto di meglio trasformando in realtà la finzione e la parodia in orgoglio nazionale, dando alle stampe di mezzo mondo la notizia che hanno ingaggiato dei lottatori di MMA, ovvero di mixed martial arts, per combattere gli indiani nella zona contesa del Ladakh himalaiano nella forma di una milizia di confine.

L’articolo di Linda Lew “China recruits MMA fighters for Tibet border militia”, nella versione on line del South China Morning Post del 27 giugno, riporta la strategia mediatica della Cina nel descrivere la crisi, fino all’ingaggio dei nuovi super combattenti nelle milizie di confine.

Se non fossero stati uccisi una ventina di soldati indiani a mazze ferrate ci verrebbe da sorridere di fronte alla notizia.

 

https://www.scmp.com/news/china/military/article/3090840/china-recruits-mma-fighters-tibet-border-militia

 

Esiste una sorta di accordo tra i due paesi sulla non militarizzazione della zona, niente armi da fuoco, per privilegiare l’uso delle armi contundenti e da taglio, a loro dire per evitare l’escalation. Cosi l’organo ufficiale dell’esercito cinese nell’articolo Expert: “China may adjust policies if India changes rules of engagement along China-India border” si conclude con la frase: “All in all, China hopes to respond to barbarity with civility, but it also dares to confront bullying with righteous and tough fists as well! “Tutto sommato, la Cina spera di rispondere alla barbarie con civiltà, ma osa anche affrontare il bullismo con pugni giusti e duri!

 

http://eng.chinamil.com.cn/view/2020-06/23/content_9840347.htm

 

Il tutto appare una moderna rivisitazione del Yi Hetuan, la società della giustizia ed armonia, meglio definita come associazione dei pugni giusti ed armoniosi che alla fine dell’ottocento furono i protagonisti della rivolta dei boxer, ovvero coloro che esprimevano il totale rifiuto di tutto ciò che non era cinese.

Non riuscendo ad assumermi maggiori responsabilità rispetto ad una vicenda tragica e grottesca, ricordo che in quegli stessi anni dei film del kung fu, vi fu un inaspettato capolavoro di Nando Cicero che in gioventù lavorò con Visconti, Rossellini, Lattuada, Rosi ma che virò nella direzione dei film di genere, tra questi “Ku Fu, dalla Sicilia con furore” dove ci fu una memorabile interpretazione di Franco Franchi e l’immenso Gianni Agus il direttore di Fantozzi, questa volta nel ruolo del maestro Kho – Chi – Lai che si opponeva al truce Lho – con – tè titolare di una scuola rivale (Enzo Andronico).

Fiax lux …Tutto torna, cresciuti con i film del kung fu i leader cinesi, trasformano il ricordo in realtà per tornare giovani adolescenti, clinicamente un’allucinazione regressiva, noi italiani e per fortuna, abbiamo altri vizi nazionali estranei a quella tradizione cruenta e preferimmo il pernacchio, ieri come oggi.

Il film “Ku Fu, dalla Sicilia con furore” è a disposizione gratuita dai possessori dell’abbonamento Amazon Prime

 

 

https://www.youtube.com/watch?v=pjr56XQ_HhA

https://www.youtube.com/watch?v=AzG9UauAM5w

 https://www.youtube.com/watch?v=Oyjiuw_hGmI

 

9 luglio 20

 

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