Giorgio Palù non è uomo comune. Non appartiene alla razza di chi cerca pubblicità e compensi per apparizioni televisive. Spesso i suoi interventi pubblici sono stati caratterizzati da equilibrio ed indipendenza. Il curriculum di Palù è ineccepibile. Presidente emerito della società europea di virologia ed attuale dell’Aifa, professore universitario ed una sterminata produzione di letteratura scientifica. 

Giorgio Palù ha recentemente pubblicato il libro “All’origine, il virus che ci ha cambiato la vita” per Mondadori, presentandolo in un’intervista a Margherita Montanari per il Corriere della Sera, nella quale dichiara che è ragionevolmente certo che il virus Sars Covid 2 è esito di un esperimento di laboratorio.

“Ci sono diverse ragioni. Per prima cosa, nel genoma del Sars-Cov-2, e in particolare nel gene che codifica la proteina Spike, è presente una sequenza unica, non presente in nessun altro beta-coronavirus né genoma virale sequenziato. Essa codifica quattro amminoacidi (Prra) essenziali per l’infettività e la patogenicità virale nei riguardi della nostra specie. Detta porzione genica è sottostata a selezione Darwiniana positiva, mantenendosi in tutte le varianti originatesi dal prototipo di Wuhan. In secondo luogo, Sars-Cov-2, pur essendo al 97% identico a RaTG-13, un betacoronavirus che infetta il pipistrello Rhinolophus affinis in Asia meridionale, ha perso la capacità di infettare le cellule di pipistrello. RaTG-13, poi, ha la sua nicchia ambientale a distanza di migliaia di chilometri da Wuhan e dal laboratorio ad alta protezione dove è stato a lungo coltivato. Inoltre, non si è ancora rinvenuto un ospite animale intermedio che abbia permesso il passaggio del virus dall’ospite naturale all’uomo. La verità sull’origine prossimale di Sars-CoV-2 potrebbe venire solo dalla Cina, dove il virus ha tratto origine. Tuttavia, le autorità cinesi sono state reticenti con ben tre commissioni inviate dall’Oms a Wuhan e non hanno mai consegnato i prototipi di virus studiati a Wuhan, né i registri di laboratorio”.

Che cosa, invece, farebbe ipotizzare che il virus sia sfuggito dal laboratorio di Wuhan?
“Resta aperta la possibilità che questo virus sia passato dall’animale all’uomo a causa un incidente di laboratorio. Non occorrono sofisticate operazioni di taglia e cuci genomico per modificare il virus di una specie animale e renderlo in grado di infettare l’uomo. Basta replicarlo su cellule umane per passaggi ripetuti, come era già successo nel 1977 con il virus influenzale H1N1 (all’origine della cosiddetta influenza russa, ndr), elaborato in un laboratorio dell’allora Unione Sovietica”.

Quale potrebbe essere stato l’obiettivo di una simile ricerca?
“Credo si sia tentato di dimostrare in laboratorio quello che può avvenire in natura con una mutazione spontanea. Per chiarire, quindi, quali condizioni siano necessarie e sufficienti perché un virus animale con potenziale pre-pandemico sia in grado di fare il salto di specie. Uno scopo nobile perseguito dalla ricerca scientifica in ambito di biologia evoluzionistica, per prevenire future emergenze pandemiche”.

Sono tipologie di esperimenti consentiti?
“Nel 2014, quando ero presidente della società europea di virologia, si è decisa all’Accademia Nazionale delle Scienze di Washington la messa al bando della ricerca sulla manipolazione genetica de virus dell’influenza con potenziale pandemico (come il virus dell’influenza aviaria H5N1). Sono stati però esclusi dal bando i Coronavirus, perché allora privi di modello animale. Esperimenti di questo genere, però, si potrebbero svolgere in condizioni controllate da Enti preposti, in laboratori ad alta protezione (Bsl4), garantendo visite mensili ai laboratori in cui si svolgono le ricerche, tenendo un rendiconto accurato delle operazioni eseguite e informando a riguardo l’opinione pubblica”.

Siamo contenti delle affermazioni di Palù. Da molto tempo la tesi dell’incidente del laboratorio è ben documentata da evidenze scientifiche, testimonianze dirette, indagini giornalistiche e dei servizi di sicurezza, fino alle affermazioni di scienziati che hanno lavorato nei laboratori di Wuhan ed alla nostra sinossi di una pandemia che ha raccolto i tanti elementi di prova.

Il libro di Palù rappresenta un definitivo punto di non ritorno per il mondo negazionista delle responsabilità di Wuhan.

Ma Palù è stato anche il più importante paladino della libera ricerca scientifica ad alto rischio, perché ha sempre affermato che la scienza deve essere indipendente e libera dalla stessa politica da cui si ricevono i fondi.

Ricordiamo le conferenze ed i dibattiti pubblici con il professore Simon Wain-Hobson del 2014 sui rischi degli esperimenti sui patogeni virali e la loro sicurezza, come gli esperimenti di Fouchier e Kawoaka, sul virus H5n1 correlato geneticamente all’influenza spagnola H1n1 del 1919 e della morte di 50 ml di morti. Riportiamo altri stralci.

Palù:

 

  • La ricerca sul duplice uso è una questione etica. Anche l’etica stessa può essere vista come duplice: fare del bene può portare a danni disastrosi. Questo era già stato visto dagli antichi greci come Erodoto (500 aC). Inoltre, l’etica è relativa alle circostanze. In tempo di guerra è giustificato difendersi secondo le regole dello “jus in bello”. Le contromisure possono essere giustificate. Il mondo accademico è un altro esempio, come dimostra la storia dell’Università di Padova. Il suo motto è Universa Universis Patavina Libertas, un appello alla libertà accademica. In effetti la storia dell’etica riflette la storia dell’Europa. Iniziò con Socrate (αρετη, σο φια), poi vennero Platone (ἀγαθόνεἶδος), Aristoteles (εὐδαιμονία) e Sant’Agostino (responsabilità, carità). Famosi sono gli scritti di Kant e dell’Illuminismo: gli esseri umani sono tenuti, dalla conoscenza del loro dovere di esseri razionali, a obbedire all’imperativo categorico di rispettare gli altri esseri razionali. L’utilitarismo (Mills) raccolse l’idea εὐδαιμονία di Aristotele invocando la massimizzazione della felicità. La bioetica è stata sviluppata da un oncologo americano. Era interessato all’essere umano. La bioetica era diretta alla conoscenza che non era disponibile nella medicina stessa. Si tratta di fare.

 

  • Oggi, con gli sviluppi della biologia sintetica, puoi modificare la vita e cambiare la sequenza codificante del DNA. Bisogna riconoscere che il guadagno di funzione è una metodologia importante per la pratica. È necessario chiarire nelle pubblicazioni che il guadagno (o la perdita) di funzione aiuta a sezionare la funzione di un gene. La scienza di oggi non può farne a meno! Alla fine in entrambe le lettere (ESV e FVR) si chiede la stessa cosa: avere un osservatorio istituzionale per giudicare alcune sperimentazioni particolarmente importanti in questo campo. E non dimentichiamo che i progetti di ricerca di Kawaoka e Fouchier sono stati approvati da istituzioni riconosciute come l’ NIH.

 

Il dibattito sugli esperimenti su un virus tanto pericolosi aveva sollevato l’obiezione di un qualificato gruppo di scienziati, denominato gruppo di Cambridge, che aveva mostrato i limiti ed i rischi, ottenendo la moratoria su questi esperimenti negli Stati Uniti.

https://obamawhitehouse.archives.gov/blog/2014/10/17/doing-diligence-assess-risks-and-benefits-life-sciences-gain-function-researcH

Questa la lettera inviata al Presidente degli Stati Uniti

Cambridge Working Group Consensus Statement on the Creation of Potential Pandemic Pathogens (PPPs)

Recent incidents involving smallpox, anthrax and bird flu in some of the top US laboratories remind us of the fallibility of even the most secure laboratories, reinforcing the urgent need for a thorough reassessment of biosafety. Such incidents have been accelerating and have been occurring on average over twice a week with regulated pathogens in academic and government labs across the country. An accidental infection with any pathogen is concerning. But accident risks with newly created “potential pandemic pathogens” raise grave new concerns. Laboratory creation of highly transmissible, novel strains of dangerous viruses, especially but not limited to influenza, poses substantially increased risks. An accidental infection in such a setting could trigger outbreaks that would be difficult or impossible to control. Historically, new strains of influenza, once they establish transmission in the human population, have infected a quarter or more of the world’s population within two years.

For any experiment, the expected net benefits should outweigh the risks. Experiments involving the creation of potential pandemic pathogens should be curtailed until there has been a quantitative, objective and credible assessment of the risks, potential benefits, and opportunities for risk mitigation, as well as comparison against safer experimental approaches. A modern version of the Asilomar process, which engaged scientists in proposing rules to manage research on recombinant DNA, could be a starting point to identify the best approaches to achieve the global public health goals of defeating pandemic disease and assuring the highest level of safety. Whenever possible, safer approaches should be pursued in preference to any approach that risks an accidental pandemic.

Dichiarazione di consenso del gruppo di lavoro Cambridge sulla creazione di potenziali patogeni pandemici (PPP)

I recenti incidenti che hanno coinvolto il vaiolo, l’antrace e l’influenza aviaria in alcuni dei migliori laboratori statunitensi ci ricordano la fallibilità anche dei laboratori più sicuri, rafforzando l’urgente necessità di una rivalutazione approfondita della biosicurezza. Tali incidenti stanno accelerando e si sono verificati in media più di due volte a settimana con agenti patogeni regolamentati nei laboratori accademici e governativi di tutto il paese. È preoccupante un’infezione accidentale con qualsiasi agente patogeno. Ma i rischi di incidenti con i “potenziali patogeni pandemici” di nuova creazione sollevano nuove gravi preoccupazioni. La creazione in laboratorio di nuovi ceppi altamente trasmissibili di virus pericolosi, in particolare, ma non solo, l’influenza, comporta rischi notevolmente maggiori. Un’infezione accidentale in un ambiente del genere potrebbe innescare focolai difficili o impossibili da controllare. Storicamente, i nuovi ceppi di influenza, una volta che hanno stabilito la trasmissione nella popolazione umana, hanno infettato un quarto o più della popolazione mondiale entro due anni. Per qualsiasi esperimento, i benefici netti attesi dovrebbero superare i rischi. Gli esperimenti che implicano la creazione di potenziali agenti patogeni pandemici dovrebbero essere ridotti fino a quando non vi sia stata una valutazione quantitativa, obiettiva e credibile dei rischi, dei potenziali benefici e delle opportunità di mitigazione del rischio, nonché il confronto con approcci sperimentali più sicuri. Una versione moderna del processo Asilomar, che ha coinvolto gli scienziati nella proposta di regole per gestire la ricerca sul DNA ricombinante, potrebbe essere un punto di partenza per identificare gli approcci migliori per raggiungere gli obiettivi di salute pubblica globale di sconfiggere la malattia pandemica e garantire il massimo livello di sicurezza. Ove possibile, dovrebbero essere perseguiti approcci più sicuri rispetto a qualsiasi approccio che rischi una pandemia accidentale.

http://www.cambridgeworkinggroup.org/news

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/25719185/

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/27403489/

https://www.lescienze.it/news/2013/01/23/news/h5n1_non_aspetta_si_torna_al_lavoro-1475588/

https://www.science.org/content/article/exclusive-controversial-experiments-make-bird-flu-more-risky-poised-resume

Palù non firmerà mai quel documento – era semplicemente dall’altra parte della barricata – e così il gotha della virologia italiana che non voleva o poteva contraddire il duca nero della virologia europea, con la sola eccezione di Joseph Tritto, a cui siamo debitori del primo dettagliato testo sul virus Sars 2 Covid già nell’agosto del 2020 e di altri tre ricercatori (3!). 

Oggi Palù ha semplicemente cambiato idea, dimenticandosi di ricordare le sue scelte e responsabilità, raccontando una probabile verità, tra mille omissioni ed affermazioni inesatte. Ne riportiamo una per tutte riportata nell’intervista riportata:

“Sono stati però esclusi dal bando i Coronavirus, perché allora privi di modello animale”

Quando i documenti del governo statunitense affermano

“The U.S. Government will institute a pause on funding for any new studies that include certain gain-of-function experiments involving influenza, SARS, and MERS viruses. Specifically, the funding pause will apply to gain-of-function research projects that may be reasonably anticipated to confer attributes to influenza, MERS, or SARS viruses such that the virus would have enhanced pathogenicity and/or transmissibility in mammals via the respiratory route”.

Il governo degli Stati Uniti istituirà una pausa sui finanziamenti per qualsiasi nuovo studio che includa alcuni esperimenti di guadagno di funzione che coinvolgono virus dell’influenza, SARS e MERS. In particolare, la pausa di finanziamento si applicherà a progetti di potenziamento dei patogeni virali che possono essere ragionevolmente previsti per conferire attributi ai virus dell’influenza, MERS o SARS in modo tale che il virus avrebbe migliorato la patogenicità e/o la trasmissibilità nei mammiferi attraverso la via respiratoria.

https://www.phe.gov/s3/dualuse/Documents/gain-of-function.pdf

La moratoria riguardava gli esperimenti sul suolo americano ed è noto l’eccellenza della virologia mondiale si trasferì nell’hub di Wuhan, attivo sulla ricerca su patogeni virali e pandemie causate da coronavirus trasmessi da pipistrelli, e finanziati dallo stesso Congresso degli Stati Uniti con oltre 500.000 dollari annui fin dal 2008.

Regarding NIH Termination of Coronavirus Research Funding

Le collaborazioni dell’Istituto di Wuhan:

Nota bene, il contenuto di quanto evidenziamo non è inedito, ma utile ad essere ripreso per chi non ha letto la nostra Sinossi e per i tanti distratti.

 

Non ne abbia, ma Giorgio Palù è stato tra chi ha concorso – in modo indiretto – alla pandemia, riconoscendo la legittimità delle più pericolose e spregiudicate ricerche scientifiche.

Sarà la sua lettera scarlatta.

4 maggio

Virus H5N1

Virus Sars Covid 2

Cambridge Working Group Consensus Statement on the Creation of Potential Pandemic Pathogens (PPPs)
Original Signatories & Founding Members:
(Founding Members met in Cambridge on July 14 and crafted the statement)
Solamente 4 scienziati italiani.
  • Amir Attaran, University of Ottawa
  • Barry Bloom, Harvard School of Public Health
  • Arturo Casadevall, Albert Einstein College of Medicine
  • Richard Ebright, Rutgers University
  • Nicholas G. Evans, University of Pennsylvania
  • David Fisman, University of Toronto Dalla Lana School of Public Health
  • Alison Galvani, Yale School of Public Health
  • Peter Hale, Foundation for Vaccine Research
  • Edward Hammond, Third World Network
  • Michael Imperiale, University of Michigan
  • Thomas Inglesby, UPMC Center for Health Security
  • Marc Lipsitch, Harvard School of Public Health
  • Michael Osterholm, University of Minnesota/CIDRAP
  • David Relman, Stanford University
  • Richard Roberts (Nobel Laureate ’93), New England Biolabs
  • Marcel Salathé, Pennsylvania State University
  • Lone Simonsen, George Washington University
  • Silja Vöneky, University of Freiburg Institute of Public Law, Deutscher Ethikrat
Charter Members:
(Charter Members of the Cambridge Working Group endorse the statement)
  • Porter W. Anderson Jr (Lasker laureate ’96), Harvard Medical School & University of Rochester
  • Roy Anderson, Imperial College London, UK
  • Rustom Antia, Emory University
  • Ann Arvin, Stanford University School of Medicine
  • Birgitta Åsjö, University of Bergen, Norway
  • John Bartlett, Johns Hopkins University School of Medicine
  • Patrick Berche, Necker-Enfants Malades Medical School, Paris, France
  • Paul Berg (Nobel laureate ’80), Stanford University
  • Pamela Björkman, California Institute of Technology, Pasadena
  • Steven Black, Center for Global Health, Cincinnati Children’s Hospital
  • Jesse D. Bloom, Fred Hutchinson Cancer Research Center
  • Sebastian Bonhoeffer, ETH Zürich, Switzerland
  • Michel Brahic, Department of Genetics, Stanford University School of Medicine
  • Christian Bréchot, Institut Pasteur, Paris
  • Sydney Brenner (Nobel laureate ’02)
  • Roger Brent, Fred Hutchinson Cancer Research Center
  • John S. Brownstein, Harvard Medical School
  • Donald S. Burke, University of Pittsburgh
  • Dennis Burton , Scripps Research Institute, La Jolla
  • Donald Coen, Harvard Medical School
  • Vittorio Colizzi, University of Rome Tor Vergata, Italy
  • Larry Corey, Fred Hutchinson Cancer Research Center
  • Roel Coutinho, University Medical Center Utrecht, The Netherlands
  • Pascale Cossart, Institut Pasteur, France
  • Clyde S. Crumpacker, Beth Israel Deaconess Medical Center
  • Malcolm Dando, University of Bradford, UK
  • Norman Daniels, Harvard School of Public Health
  • Patrice Debré, Hôpital Pitié Salpetrière, Paris
  • Jonathan A. Eisen, University of California, Davis
  • Santiago Elena, CSIC, Spain
  • Max Essex (Lasker laureate ’86), Harvard School of Public Health
  • Stanley Falkow (Lasker laureate ’08), Stanford University School of Medicine
  • Michael Farzan, Scripps Research Institute, Miami
  • Marcus W. Feldman, Stanford University
  • Neil M. Ferguson, Imperial College, UK
  • Adam Finn, University of Bristol, UK
  • Christophe Fraser, Imperial College, UK
  • Julio Frenk, Harvard School of Public Health
  • José Gatell, Hospital Clínic, University of Barcelona, Spain
  • Gabriela Gomes, Instituto Gulbenkian de Ciencia, Portugal
  • Eric P. Goosby, University of California San Francisco
  • Nathalie Grandvaux, Université de Montréal, Canada
  • Warner C. Greene, Gladstone Institute of Virology and Immunology, University of California San Francisco
  • Jeanne Guillemin, MIT
  • Willem Hanekom, Bill & Melinda Gates Foundation, and University of Cape Town, South Africa
  • Elisa D. Harris, Center for International and Security Studies at Maryland
  • Eric Harvill, Pennsylvania State University
  • Daniel L. Hartl, Harvard University
  • Donald A. Henderson (Presidential Medal of Freedom ’02), University of Pittsburgh
  • Martin S. Hirsch, Harvard Medical School
  • Richard Jackson, University of Cambridge
  • Laura H. Kahn, Princeton University
  • Phyllis Kanki, Harvard School of Public Health
  • Lynn Klotz, Center for Arms Control & Non-Proliferation
  • Keith Klugman, Bill & Melinda Gates Foundation
  • Roberto Kolter, Harvard Medical School
  • Mathilde Krim, Founding Chairman, amfAR, The Foundation for AIDS Research
  • Leonid Kruglyak, UCLA
  • Richard E. Lenski, Michigan State University
  • Matti Lehtinen, University of Tampere, Finland
  • Bruce R. Levin, Emory University
  • Gunnar Lindahl, Lund University, Sweden
  • W. Ian Lipkin, Columbia University
  • Ian M. Mackay, University of Queensland, Australia
  • Adel A. Mahmoud, Princeton University
  • Rick Malley, Boston Children’s Hospital
  • Howard Markel, University of Michigan
  • Robert M. May (former president Royal Society), University of Oxford, UK
  • Mike McCune, University of California, San Francisco
  • Kenneth McIntosh, Boston Children’s Hospital
  • Andrew McMichael, University of Oxford
  • Andreas Meyerhans, ICREA & Universitat Pompeu Fabra, Barcelona, Spain
  • Julio S. G. Montaner, University of British Columbia
  • Jonathan D. Moreno, University of Pennsylvania
  • Richard Moxon, Oxford University, UK
  • Neal Nathanson, Microbiology, University of Pennsylvania
  • Kathryn Nixdorff, Darmstadt University of Technology, Germany
  • Kate O’Brien, Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health
  • Paul Offit, The Children’s Hospital of Philadelphia
  • Gérard Orth, Institut Pasteur, France
  • Eli Perencevich, University of Iowa
  • Joshua B. Plotkin, University of Pennsylvania
  • Stanley Plotkin, University of Pennsylvania
  • Peter Piot, London School of Hygiene & Tropical Medicine, UK
  • Mark Poznansky, Harvard Medical School, Massachusetts General Hospital
  • Andrew Rambaut, University of Edinburgh, UK
  • Johannes Rath, University of Vienna, Austria
  • Andrew Read, Pennsylvania State University
  • Gili Regev-Yochay, Sheba Medical Center, Israel
  • Félix Rey, Institut Pasteur, Paris, France
  • Douglas D. Richman, University of California San Diego
  • Steven L. Salzberg, Johns Hopkins School of Medicine
  • Philippe Sansonetti, Institut Pasteur, Paris
  • Mathuram Santosham, Johns Hopkins University
  • Mauro Schechter, Projeto Praca Onze, Universidade Federal do Rio de Janeiro, Brazil
  • Olivier Schwartz, Institut Pasteur, Paris, France
  • Jeffrey Shaman, Columbia University
  • Kai Simons, Max Planck Institute of Molecular Cell Biology & Genetics, Dresden, Germany
  • Stephen C. Stearns, Yale University
  • Tomoko Steen, Georgetown University Medical School
  • John Steinbruner, University of Maryland
  • Bruce Stillman, Cold Spring Harbor Laboratory
  • Klaus Stöhr, Novartis Vaccines and Diagnostics
  • Amalio Telenti, University of Lausanne, Switzerland
  • Paul Turner, Yale University
  • Robert D. Truog, Harvard Medical School
  • Ross Upshur, University of Toronto, Canada
  • Paul Volberding, AIDS Research Institute, University of California San Francisco
  • Mark Wainberg, McGill University, Montreal, Canada
  • Simon Wain-Hobson, Institut Pasteur, France
  • James D. Watson (Nobel laureate ’62)
  • David Weiner, University of Pennsylvania
  • Robin Weiss, University College London, UK
  • Hans Wigzell, Karolinska Institutet, Stockholm, Sweden
  • Daniel Wikler, Harvard University
  • Claus O. Wilke, The University of Texas at Austin
  • Rüdiger Wolfrum, Max Planck Institute, Germany
  • Priscilla Yang, Harvard Medical School
  • Moshe Yaniv, Institut Pasteur, France
  • Patrick Yeni, Hôpital Bichat and University of Paris 7 Paris, France
  • Jerome A. Zack, David Geffen School of Medicine, University of California Los Angeles
Charter Members who signed the statement online:
  • Andrew Noymer, University of California, Irvine
  • Maimuna S. Majumder, MIT
  • Christopher McCabe, University of Alberta, Canada
  • Mike McCormick, Labwatch
  • Nicole E Basta, Princeton University
  • Steven Riley, Imperial College London
  • Ben Ashby, University of Exeter
  • Gautam I Menon, The Institute of Mathematical Sciences, Chennai, INDIA
  • Ted Cohen, Harvard School of Public Health
  • Toby Ord, Oxford University
  • Sean O hEigeartaigh, University of Oxford
  • Daniel Dewey, University of Oxford
  • Joann Mead, @JoannJMead
  • Christian Althaus, Institute of Social and Preventive Medicine (ISPM), University of Bern, Switzerland
  • Marius Gilbert, Université Libre de Bruxelles
  • Joshua S. Weitz, Georgia Institute of Technology
  • Charles N Haas, Drexel University
  • R. Taylor Raborn, Indiana University
  • Amy Greer, University of Guelph
  • Brett Edwards, University of Bath
  • Antoni Trilla, Hospital Clinic – Univ. of Barcelona
  • David S. Fedson, Sergy Haut, France
  • Hortense Gerardo, Lasell College
  • Joseph Baglieri, Barrister & Solicitor
  • Dawn Kubly, Fort Healthcare
  • Charles R. Stack, University of Illinois at Chicago School of Public Health
  • Lisa Murillo, Los Alamos National Laboratory
  • Anders Sandberg, Oxford University
  • Evan Skowronski, TMG Biosciences
  • Kathleen Gilbert, California Institute of Technology
  • Mukilan D Suresh, SRM University, School of Bioengineering (student)
  • Roberto Anitori, Clark College, WA, USA
  • Andrew Leifer, Princeton University
  • Pankaj Mehta, Boston University
  • Megan Murray, Harvard Medical School
  • Eric S. Starbuck, Department of Health & Nutrition, Save the Children USA
  • Carl T. Bergstrom, Department of Biology, University of Washington
  • Nicola Low, University of Bern, Switzerland
  • Sünje J. Pamp, Technical University of Denmark
  • Andrew Snyder-Beattie, University of Oxford
  • Viktor Müller, Eötvös Loránd University and the Hungarian Academy of Sciences, Budapest
  • Tami Lieberman, Harvard Medical School
  • Alan Barbour, University of California Irvine
  • Sven Bergstrom, Umea University, Sweden
  • Sophia Roosth, Assistant Professor of the History of Science, Harvard University
  • Sibel Ascioglu, Hacettpe University, Dept. of Infectious Diseases, Turkey
  • Janet D. Stemwedel, San José State University
  • Fernando Baquero, Department of Microbiology, Ramón y Cajal Institute for Health Research (IRYCIS) Madrid, Spain
  • Carlos S. Moreno, Emory University
  • Sarah Otto, University of British Columbia
  • Richard Levins, Harvard School of Public Health
  • Andrew Tatem, University of Southampton
  • Benjamin Kerr, University of Washington
  • A. David Paltiel, Yale School of Public Health / Yale School of Management
  • Rochelle Walensky, Massachusetts General Hospital
  • John W. Jackson, Brigham and Women’s Hospital
  • Julie Parsonnet, Infectious Diseases, Stanford University School of Medicine
  • John McGowan, Emory University Rollins School of Public Health
  • John Quackenbush, Dana-Farber Cancer Institute and Harvard School of Public Health
  • Rafael Canton, Servicio de Microbiologia. Hospital Universitario Ramón y Cajal. Madrid. Spain
  • Jane Kim, Harvard School of Public Health
  • Thomas F O’Brien, Brigham and Women’s Hospital, Boston, MA
  • Simon Levin, Princeton University
  • James Lloyd-Smith, UCLA
  • Andrew Yates, University of Glasgow
  • Richard C. Larson, Massachusetts Institute of Technology
  • Victor DeGruttola, Harvard University
  • Melinda M. Pettigrew, Yale School of Public Health
  • Marc D. Natter, Harvard Medical School
  • Ramanan Laxminarayan, Center for Disease Dynamics, Economics & Policy, New Delhi
  • Cynthia Schuck-Paim, Origem Scientifica
  • Emma McBryde, University of Melbourne & Victorian Infectious Diseases Service, Doherty Institute
  • Robin Bush, University of California, Irvine
  • Pieter Trapman, Stockholm University
  • Lumi Viljakainen, University of Oulu
  • Isabelle Magnoli, Université catholique de Louvain
  • Jeremy Van Cleve, Duke University
  • Francisco Dionisio, University of Lisbon
  • Daniel Wilson, University of Oxford
  • Amy Hurford, Memorial University of Newfoundland
  • Sergios-Orestis Kolokotronis, Fordham University
  • Pedro Silva, University of Lisbon, Portugal
  • Oscar E. Gaggiotti, University of St Andrews, UK
  • Richard Edwards, University of New South Wales
  • Emilia Vynnycky, London School of Hygiene & Tropical Medicine, UK
  • Martin Kulldorff, Harvard Medical School
  • Erik F. Y. Hom, University of Mississippi
  • John Mekalanos, Harvard Medical School
  • Stephen W. Schaeffer, Pennsylvania State University
  • Christina Davy, Trent University, Peterborough, Ontario, Canada
  • Clark Freifeld, Boston Children’s Hospital
  • David A Harmin, Harvard Medical School
  • Anne D. Yoder, Duke University
  • Nicholas G Reich, University of Massachusetts – Amherst
  • Gerald Learn, University of Pennsylvania
  • Pleuni Pennings, San Francisco State University
  • Zachary A Szpiech, University of California, San Francisco
  • Stan Finkelstein, MIT/Harvard Medical School
  • Paul Avillach, Harvard Medical School
  • Alain-jacques Valleron, Inserm. Paris, France
  • Ellen L. Simms, University of California, Berkeley
  • Anahi Espindola, University of Idaho
  • Claudio Jose Struchiner, Oswaldo Cruz Foundation, Brazil
  • Jan Medlock, Oregon State University
  • Maarten Vonhof, Western Michigan University
  • Heather Douglas, University of Waterloo
  • Michael Höhle, Department of Mathematics, Stockholm University
  • Joy Scaria, Cornell University
  • Preben Aavitsland, Epidemi, Kristiansand
  • Fernando Gonzalez-Candelas, University of Valencia, Spain
  • Dr. Sameeh Ghazal, King Fahad Medical City
  • William J. Etges, University of Arkansas
  • Sadia Shakoor, Aga Khan University
  • Angela Hancock, Max F. Perutz Labs, University of Vienna
  • Michael Merson, Duke University
  • Donald R. Olson, New York City Department of Health and Mental Hygiene
  • Robert Gordon White, Carleton University
  • Paul Schmid-Hempel, ETH Zurich
  • Matt Keeling, University of Warwick
  • Victoria Shaffer, Infection Preventionist; CHWC, Bryan, Ohio
  • Matthew J. Brown, University of Texas at Dallas
  • Joel L. Sachs, University of California – Riverside
  • Jacques Dubochet, University of Lausanne (retired)
  • François-Xavier Weill, Institut Pasteur, Paris, France
  • Rodrigo Angerami, State University of Campinas/UNICAMP
  • Omar Cornejo, Washington State University
  • Wladimir J. Alonso, Origem Scientific Consultancy
  • Jacob-S. Seeler, Institut Pasteur, Paris
  • Sarah Cobey, University of Chicago
  • Joshua Metlay, Massachusetts General Hospital/Harvard Medical School
  • Barbara E. Giles, Umea University, Sweden
  • Brigitte Autran, University Pierre et Marie Curie, Paris
  • Nicholas S Kelley, University of Minnesota
  • Jean-Michel Guillon, University of Paris Sud, France
  • Jon Zelner, Princeton University, Dept. of Ecology and Evolutionary Biology
  • William C. Miller, UNC – Chapel Hill
  • Katia Koelle, Duke University
  • Thomas W. Jeffries, University of Wisconsin – Madison
  • Harry Greenberg, Stanford University
  • Romain Gallet, INRA – Montpellier (France)
  • Allan Hance, INSERM, Paris, France
  • Simon Fellous, INRA – CBGP, France
  • Tatyana Novossiolova, University of Bradford
  • Patricia Baldacci, Institut Pasteur
  • Godwin Wilson, Hamad Medical Corporation, Qatar
  • Ralf Koebnik, Institut de Recherche pour le Développement
  • Elaine Nsoesie, Boston Children’s Hospital, Harvard Medical School
  • Nicolas Voirin, Hospices Civils de Lyon
  • Mariet Feltkamp, Leiden University Medical Center
  • Conor Browne, Queen’s University Belfast
  • Quentin Sattentau, University of Oxford
  • Michael Costa, Abt Associates
  • Jonathan A. Cooper, Fred Hutchinson Cancer Resarch Center
  • Andrew Lakoff, University of Southern California
  • Peter V. Markov, Institut Pasteur
  • Doug Cyr
  • bracha rager, faculty of health sciences, ben gurion univ. Israel
  • Mark Eisler, University of Bristol
  • Miles Davenport, UNSW Australia
  • David Bofinger, Grand Canyon Univerity – Graduate Student -Psychology
  • Daniel Leifer, UC Davis School of Medicine
  • Benjamin de Bivort, Harvard University
  • James Lyons-Weiler, PhD, Ebola Rapid Assay Development Consortium
  • Camillo Di Cicco, University of Rome
  • Roberto Bruzzone, HKU-Pasteur Research Pole
  • Anders Huitfeldt, Harvard T.H. Chan School of Public Health
  • Viktoriya Krakovna, Harvard University PhD student, Future of Life Institute cofounder
  • sally, uLVxnqHkrg
  • Emma Kowal, Harvard University
  • Ales Flidr, Harvard College
  • Max Kesin, Professional
  • Dr. Roman V. Yampolskiy, University of Louisville
  • Robert J. Taylor, Sage Analytica, Bethesda Maryland
  • Niel Bowerman, Future of Humanity Institute, University of Oxford
  • Nancy Connell, Rutgers New Jersey Medical School
  • Kathleen Burns, Sciencecorps
  • Louis Kang, Harvard University/MIT
  • Thomas Choate, Air
  • Aaron Supple, Beth Israel Deaconess Medical Center
  • Dominic Hall, Cambridge University, Stem Cell Institute
  • Niran Adeyanju, Obafemi Awolowo University, Nigeria.
  • Joseph (Jo) Walker, US CDC (signing in personal capacity)
  • Jeremy Ferranti, Researcher
  • Bonnie Page
  • NICOULAUD GHISLAINE
  • Alexandra Richter, DPFA-Regenbogen-Schulen
  • David Hartsuch, MD MS CPA, Emergency Resource
  • Jimmy Joseph Moise, Le P’ti Club inc.
  • Jimmy Joseph Moise, Le P’ti Club inc. Scientific research branch
  • Susan McFie, Health and Environment Editor @ Hastings Independent Press
  • Susan Allen, Citizens for Government Accountability, Inc.
  • Hikmet Geckil, İnönü University
  • Pete Stevenson, eCare21 Virtual Care
  • Art Bobroff
  • Alan S. Ehl, retiredresearcher / biology
  • Thomas A Kruzel, N D, Institute for Natural Medicine
  • Oskars J. Rieksts, Ph.D., Kutztown University – Professor Emeritus of Computer Science
  • Marian Munch
  • Ronnie Cummins, Director, Organic Consumers Association (USA)
  • Krisztina Karolyi
  • Giuseppe (J) TRITTO. MD, Faculty professor, WABT Executive President, WABT -World academy of Biomedical Sciences and technologies, UNESCO NGOs House, c?o INSULA, Paris
  • Peter Poulos, University of Cincinnati
  • Ángel Gómez (Mr.)
  • Milton E. Reilly
  • Susan Francine Allen, Federation for Children
  • Paola Di Bonito , Istituto Superiore di Sanità
  • Kate Macintosh RIBA, Patron SGR
  • Colin Butler, Australian National University
  • Susan Wright, University of Michigan
  • Thomas Schinkel, member American Institute for Economic Research
  • Neal Messier
  • Charlotte Rovelstad
  • Luc Pellerin, Alliance Predictive
  • Billy Bostickson, DRASTIC Working Group
  • Douglas OGeen, Registered Respiratory Therapist
  • Devang Mehta, University of Alberta
  • Rossana Segreto, University Innsbruck
  • Dr Philip Rice, Retired NHS Consultant Virologist
  • Barbara Conley, Maine Medical Center Research Institute
  • Margo Poklewska-Koziell, concerned citizen
  • Frederick J. Campbell, University of Wisconsin
  • Wiley A. Schell, Duke University
  • Michael Lipkin
  • Joseph H Rice, MIT alumnus
  • Jonathan King, MIT Dept of Biology
  • Jim Zabenko
  • Bud Bromley, Life sciences executive. Retired, Hewlett-Packard, Molecular Dynamics
  • Sarah Absher, Citizen
  • David Manheim, 1DaySooner
  • Emma Saurus
  • Tom Sikora, Professor in Economic and Finance, Computer Science Engineering, Founder VAMCO PTE. LTD. , Poland
  • John Skelcher, Birmingham Institute of Art and Design
  • Charles Pergler, Consultant – Environmental Impacts Analyst
  • Dr R Ravi Kumar, MGM Hospital Chennai India
  • Kathleen Kerr, Dalla Lana School of Public health
  • Slade Lever, Curtin University
  • Arvind Bhome, Professor Pulmonology. PGI YCMH. India.
  • Gustavo Mantovani Ruggiero, University of Milan
  • Amiya R Chakraborty, University. Of Manitoba
  • John Van Akker, Power Engineer
  • Tony Warren, AGW Consulting
  • Dr. Homayoun Nobarani, Jeanne de Arc Medical Investigations Institute
  • Tomoko Y Steen, Georgetown Universy Medical Center
  • Charles H. Rixey, DRASTIC Working Group
  • Bert Gold, Gold Standard Genetics LLC
  • Daniel Elleder, The Czech Academy of Sciences
  • Valentin Bruttel, University of Würzburg
  • Siyuan Han, University of Kansas

 

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