“Dichiaro che non posso accettare l’accusa di essere coinvolto in un complotto per commettere crimini contro i miei compatrioti, compresi i Cham, o i vietnamiti”.
Sono le parole di Khieu Sampan, che fu presidente della Cambogia di Pol Pot durante gli anni del terrore tra il 1975 ed il 1979. “Morirò sempre ricordando le sofferenze del mio popolo cambogiano”.
Oggi a 90 anni è l’ultimo Khmer rosso di alto rango ancora vivo e sta subendo un secondo processo presso UN-backed Extraordinary Chambers in the Courts of Cambodia che lo accusa di genocidio per i terribili crimini di quegli anni.
Khieu Sampan ha già ricevuto un primo ergastolo nel 2014 per una lunga lista di crimini contro l’umanità, dall’omicidio alla tortura, fino al genocidio di gruppi di etnici non cambogiani. A distanza di tanti anni le ferite della stagione del terrore non sono rimarginate, la corte ha ancora alcuni casi attivi perché lo sterminio di quasi due milioni di morti non può essere dimenticata o rimossa.
Nel nostro paese la testimonianza su quei terribili giorni è tenuta viva da Makarar Thhai, un attivista e politico cambogiano, legato alle attività transnazionali del partito radicale. Poco più di un anno fa in una lettera aperta al Foglio scrisse queste parole:
“In 3 anni, 8 mesi e 20 giorni, tra il 1975 e il 1979, il regime dei Khmer Rossi, pienamente sostenuto dalla Cina, causò la morte di quasi due milioni di persone. Anche l’attuale regime dittatoriale, guidato ormai da oltre 34 anni dal Primo Ministro Hun Sen, è sostenuto dalla Cina. La creazione di una Chinatown nella città costiera di Sihanoukville, di un aeroporto nella provincia di Koh Kong e lo sviluppo di un porto militare a Ream si aggiungono all’assistenza militare e finanziaria (senza interessi), alla realizzazione di infrastrutture e alle estrazioni minerarie già esistenti in Cambogia.”
Le parole di Makarar Tahhai pesano quanto un macigno e ricordano che la Cina è complice e sodale di regimi criminali ieri come oggi, con la sola differenza che oggi sono più abili nell’uso dei mezzi di comunicazione e celare le proprie responsabilità.
22 agosto