Ad un’ora imprecisata del 14 marzo 2024, in località Manachchena Komariya, ad Aragum Bay in Sri Lanka, un elefante selvaggio uscendo dalla boscaglia ha aggredito ed ucciso Paolo. Non abbiamo notizie certe dell’incidente. Il giornale locale riporta che Paolo ed un’altra persona percorressero una strada di campagna in moto, ma la fidanzata di Paolo ci ha scritto che la notizia riportata era sbagliata. Paolo si trovava con alcune persone ad ispezionare il terreno di 220.000 metri quadri che era prossimo ad acquistare. Domenica dieci marzo, pochi giorni prima della tragedia, Paolo mi scriveva dallo Sri Lanka: “sono sommerso dalle carte, ma ci siamo quasi”, la ricerca del terreno dove costruire un moderno giardino epicureo era giunta al termine.
Paolo aveva 50 anni. Nato a Torino aveva la riservatezza sabauda di chi è nato bene, educato meglio e vissuto sulle colline della città. Perderà il padre ancora giovanissimo e assisterà per anni la madre in una lunga lotta contro un male incurabile inseguendo la cura tra i migliori centri oncologici tra l’Europa e gli Stati Uniti per oltre dieci anni.
Affiancato dal fratello Matteo diventerà un imprenditore di successo nel settore dell’intrattenimento, in Italia prima e poi a Phuket in Thailandia. Ad inizio 2024 Paolo avrà oltre mille dipendenti tra discoteche, il suo Iluzion a Patong è riconosciuto tra i migliori 15 locali al mondo con un fatturato pari ad una media azienda italiana, ma anche ristoranti, alberghi e resort tra la Thailandia, lo Sri Lanka, Dubai, l’Italia e gli Stati Uniti.
Privatamente Paolo mi confessò che tutto quel successo lo lasciava indifferente, come pure mostrava disagio per quell’umanità di nani e ballerine che gli girava intorno e gli tirava la giacca per chiedere favori o il suo ascolto. Ma era generoso al punto di pagare di tasca propria decine di migliaia di euro per le cure sanitarie di un tale che non aveva contratto un’assicurazione sanitaria in Thailandia, la cui unica fortuna era stato conoscerlo pochi giorni prima.
Paolo subacqueo tra i relitti, Paolo che correva in moto ed in macchina, Paolo che praticava lo joga e la meditazione alla ricerca di pienezza del vivere. Leggo Tolstoi quando parla di Ivan Il’ic e mi pare Paolo: “S’era abbandonato sì alla sensualità, alla vanità, ma sempre entro certi limiti, che il suo spirito sensibile gli poneva con sicurezza”.
Recentemente aveva incontrato in Ivi la compagna della vita e sottovoce aveva parlato di un prossimo matrimonio.
Lo scorso 25 febbraio mi scriveva: “Mi interessa solo il nostro progetto che come sappiamo e’ un progetto di vita oltre che di business (che e’ sempre importante per la sostenibilità).
Per entrambi, io e lui, il progetto da condividere nell’ultimo quarto di vita.
Un moderno paradiso, nell’etimo della parola “paradiso”, ovvero giardino recintato in lingua persiana, dove dedicarsi a ciò che è bello e giusto, dove praticare attività che nutrono lo spirito, il corpo e l’anima. Ma anche incontri serali ed informali con scrittori, pensatori, maestri spirituali, filosofi, architetti, artisti e musicisti.
Ed ancora, dalle ultime note:
[25/2, 07:55] Paolo: Sempre ricorderò quel pomeriggio nebbioso a Milano due in pieno covid, abbiamo iniziato prima ma e’ quel giorno che ho capito. L’aspetto comunitario e’ importantissimo e penso ad individui che vedono nella comunità il miglior posto dove vivere”.
Il progetto prendeva forma per divenire sempre più grande, negli obiettivi e nella realizzazione, fino a pensarsi città. Paolo mi ricordava un signore rinascimentale alla ricerca di una città ideale, moderno Vespasiano Gonzaga e la corte di Sabbioneta, quando mi annunciò che in Sri Lanka aveva trovato terra ed opportunità.
La fine è nello schianto come nella spettrale grandezza di Lev Tolstoj, perchè a lui ho l’obbligo di tornare, mentre si sussurrano le ultime parole:
“Smaniava, s’agitava, avrebbe voluto opporsi a questo, ma già sapeva che opporsi era impossibile; e ancora, con gli occhi stanchi di guardare ciò che era innanzi … aspettava la fine di quella spaventosa caduta e l’urto e la sua distruzione. “Opporsi non si può” pensava. Ma se almeno capissi perché. Neanche questo si può. Si spiegherebbe questo, se non avessi vissuto come dovevo. Ma ciò è inammissibile concludeva rammentandosi tutta la legalità, la giustezza e decenza della sua vita. “No questo è inammissibile” si ripeteva, sorridendo proprio colle labbra, quasi alcuno avesse potuto vedere quel sorriso e restarne ingannato. “Non c’è spiegazione possibile! Sofferenze, morte … perchè?.”
31 marzo
Dove
Dettaglio della proprietà
Il video inviato da Paolo della proprietà
Nel giugno del 2019 la ricerca del sito d’interesse ci aveva portato in Val D’Itria, in Puglia.
Le immagini ricordano i luoghi e le persone che incontrammo