Il tennista Tony Roche alla fine degli anni sessanta era sul tetto del mondo. A ventuno anni aveva conquistato il titolo di singolare agli internazionali di Francia al Roland Garros nel 1966 e prima dei venticinque aveva già raggiunto tre finali slam tra Wimbledon ed a Forrest Hills, dove si tenevano gli US Open. Roche era stabilmente tra i migliori dieci giocatori al mondo, ma nel doppio, la sua specialità, era di gran lunga il migliore. A fine carriera si conteranno dodici titoli nei tornei di Grande Slam conquistati con John Newcombe ed uno con Arthur Ashe.
Una volta arrivato in vetta, Tony Roche cominciò a soffrire di una grave forme di epicondilite, comunemente nota come il gomito del tennista. Roche soffriva di dolori lancinanti che lo costringevano a lunghi periodi di inattività, diverse operazioni chirurgiche e convalescenze, che misero a rischio la sua vita professionale.
Nel luglio 1973 Roche pensava che la sua carriera fosse giunta al termine all’età di solo ventotto anni. Fu allora che il suo compagno di doppio John Newcombe gli raccontò di alcuni suoi conoscenti, che erano stati curati con successo da un guaritore tradizionale nella provincia di Benguet, nell’isola di Luzon nelle Filippine. Roche decise che sarebbe andato a trovarlo, il suo mondo gli stava crollando e non aveva più nulla da perdere.
Il giornalista Barry Lorge del Washington Post ha riportato quanto dichiarato da un riluttante Tony Roche, “Andai alla ricerca di un guaritore di nome Placido, che si dice fosse all’apice della sua carriera.”
“Placido viveva nella baraccopoli, ma l’interno della sua casa era in ordine e pulita. Il guaritore, viveva con la moglie ed i quattro figli, era un uomo di mezza età magro e pacato che fumava sigarette una dopo l’altra.” Roche e sua moglie Sue esposero il problema a Placido. Il guaritore una volta ascoltato la richiesta del tennista andò in un’altra stanza a meditare. Roche si sdraiò su un letto e cercò di rilassarsi. Tenne gli occhi chiusi, la moglie rimase nella stanza, osservando l’intervento di Placido, tranne per un breve momento in cui si sentì svenire e uscì. Sue Roche affermerà che Placido ha “radiografato” il gomito di suo marito tenendovi sopra un pezzo di carta e che “aveva fatto delle iniezioni”, facendo diversi gesti di spinta con la mano. Poi massaggiando leggermente il braccio si aprì, come se fosse stato tagliato con un’incisione netta. L’interno del gomito – sangue, tessuti, ossa, ecc. – era chiaramente visibile ed il guaritore vi inserì il pollice e l’indice rimuovendo quelli che disse erano tre coaguli di sangue, depositandoli in una ciotola. Poi chiuse il braccio facendo un movimento laterale, senza mai toccare la superficie. Roche affermò che l’unica cosa che ha sentito durante l”intervento era stato Placido, che gli prendeva la testa tra le mani e premeva con forza con le dita. Il guaritore suggerì di non giocare a tennis per due settimane e Roche volò a casa a Sydney il giorno successivo. Quando riprese a giocare non aveva dolore e concludendo la carriera senza ulteriori problemi. Roche ricordò che Placido non parlava di fede, religione e non chiese di essere pagato. “Non possono fare soldi altrimenti perdono il potere”, disse Roche, aggiungendo di aver lasciato un modesto contributo di 20 dollari. “Non mi aspetto che la gente ci creda. Probabilmente non ci avrei creduto anch’io se non ne avessi fatto parte.”
La vicenda del campione e del guaritore filippino mi sarebbe rimasta incomprensibile se non avessi incontrato Richard Cracknell, naturopata e medico chiropratico americano sull’isola di Phuket una quindicina di anni fa, che aveva vissuto lunghi anni in Indocina e Filippine.
Cracknell non conosceva la storia del tennista australiano, ma pareva non essere sorpreso dalla vicenda. Cracknell riconobbe che le tecniche del guaritore Placido fossero riconducibili alla medicina tradizionale filippina Hilot, che unisce elementi razionali ed altri magici, perché i manghihilot (guaritore ndr) ritengono che la loro abilità è data da una fonte soprannaturale. La componente spirituale tratta la relazione tra il corpo del singolo e l’energia universale. L’obiettivo terapeutico è quello di riportare il corpo in armonia con l’Universo, chiedendo perdono a Dio per le proprie colpe. Cracknell ipotizzò che l’equilibrio fosse stato raggiunto attraverso la meditazione devozionale Banahaw (dal vulcano sacro di Luzon). Il manghihilot, nella pratica clinica, utilizza tecniche di massaggio per trattare distorsioni, fratture che influenzano il sistema muscolare e scheletrico, oltre i legamenti. I metodi utilizzati sono del tutto simili all’agopuntura cinese, attraverso i fluidi di energia yin e yang.
Obiettai che per quanto la pratica Hilot potesse avere una dignità non ancora riconosciuta, mi pareva un poco credibile pensare a ferite che si aprano senza bisturi e si chiudano magicamente. Cracknell mi confermò che avevo ragione.
“Vi è una componente che potremmo definire scenografica o teatrale nella medicina tradizionale filippina, che utilizza trucchi di scena, come l’utilizzo di sacchetti di interiora e sangue di animali nascosti negli asciugamani, la cosa è incomprensibile a noi occidentali e ci fa pensare alla truffa e all’inganno, ma le cose sono differenti agli occhi dei locali”. “Tuttavia”, concluse Cracknell, “questi guaritori possono essere straordinari, capaci di trattare efficacemente i maggiori problemi del sistema muscolare e tendineo”.
P.S.
Conclusa la carriera di professionista, Tony Roche ha avuto una seconda grande carriera da allenatore lavorando con Ivan Lendl, Patrick Rafter e Roger Federer, giocatori che ottennero tutti il primo posto nella classifica mondiale.
Richard Cracknell è morto nel 2013 alle Hawaii per una malattia incurabile, il suo ricordo rimane indelebile nella comunità di Phuket e di chi lo ha conosciuto. Per quanto mi riguarda, sono lieto di aver ritrovato il taccuino cartaceo degli appunti di viaggio del 2008 e di averne condiviso il contenuto.
18 dicembre
https://en.wikipedia.org/wiki/Tony_Roche#
https://thethaiger.com/news/phuket/In-memory-Mrs-Palmer-the-Phuket-Hash-House-Harriers
Tony Roche
Dr. Richard Cracknell