L’articolo che segue è in continuum con quanto da noi pubblicato nello scorso mese di giugno, quando confutammo la tesi dell’articolo “Wuhan e i pipistrelli in laboratorio, parla la scienziata Shi Zhengli: “nessun errore” “di Guido Santevecchi. Non mancai di denunciarne la falsità dei contenuti e le omissioni. La scelta di chi lo scriveva di minimizzare nell’evidenza di nascondere le reti di responsabilità nella procurata pandemia Sars 2. Oggi il prestigioso quotidiano italiano prosegue sulla linea intrapresa pubblicando un saggio di Sandro Modeo.
Polifonia della disinformazione ad uso di una informazione schierata e militante. Sorprende l’approssimazione di chi scrive e l’uso strumentale di fonti non qualificate e sovente datate, fino alla maldestra falsificazione strumentale di elementi di prova.
Oggi i boxer di Pechino che assediavano il palazzo di Via Solferino hanno superato la prima cinta di mura e poi la ridotta, grazie al tradimento di qualcuno di guardia e piazzato i loro ascari alle rotative.
Si perdonerà il piglio dell’articolo e la libertà nell’esposizione. Rigorosissimo nelle fonti, ma divertito alla maniera di Cyrano e toccare in punta di fioretto.
Si può scrivere di tutto e per tutti?
Sandro Modeo avrebbe voluto essere il nuovo Gianni Brera. Ne parla in un articolo nel 1999, quando ammette che ne ama la prosa. Modeo ne mostra le qualità umane e l’immensa cultura, che lo annulla, ispira e stordisce. Leggere Brera è la via dell’espiazione, Modeo ne esce confuso e rabbioso, vorrebbe uccidere il padre e scrivere come lui, meglio di lui – ve lo mostrerò in seguito – ma l’originale Gran padano che inventò un linguaggio nuovo fatto di parole come contropiede, atipico, marcatura, libero, goleador, cursore, melina, palla gol, pretattica, rifinitura era di altra umanità, talento e creazione. Modeo arrancherà tra le redazioni sportive nei successivi vent’anni.
Gianni Brera che è stato il più grande giornalista sportivo italiano del novecento era penna rapida ed infaticabile. Scriveva tanto e bene, calcio e ciclismo ma anche di gastronomia, etnografia e storia. Scrisse romanzi che divennero popolari ed uno di questi “il corpo della ragassa” fu portato sullo schermo da Lilli Carati, la più bella e dannata del cinema italiano degli anni 70.
Brera scrisse molto, ma non si avventurò mai in altri campi con la saggezza dei vecchi che conoscono i limiti del sapere e la dignità del lavoro dello scriba, per certo prese da infante la tessera del partito fascista ma non vendette l’anima al duce.
La premessa su Brera può sembrare singolare, ma arriva diretta al punto d’attacco.
Modeo è invece il biografo di Mourinho ed autore di un libro sul calcio scientifico del Barcellona, vive ai margini del giornalista sportivo e poi scrive un saggio – così viene definito – di poche cartelle che smonta l’ipotesi della fuga del virus dal laboratorio di Wuhan su basi definite scientifiche. Fin qui si potrebbe pensare ad una bizzarria dell’autore di arti pedatorie, ad un vezzo ad uso di quattro amici, ma l’articolo “Dai pipistrelli ai topi: il ruolo degli animali nella pandemia di Covid (e, forse, nell’origine di Omicron)” appare in bella mostra sul principale quotidiano nazionale il Corriere della Sera lo scorso 22 gennaio.
Scopro che Modeo non è nuovo all’impresa, fino dai primi giorni della pandemia si era schierato contro l’ipotesi della fuga dal laboratorio il 26 aprile del 2020 con un precedente articolo “Coronavirus, le prove (definitive?) contro la teoria dell’incidente in laboratorio”.
Il precedente mostra che l’epigono di Brera ha la pregiudiziale certezza che nessun virus sia fuggito dai laboratori di Wuhan. Il più filocinese dei giornalisti nostrani, accalorato e documentato quanto basta, Modeo ha altre direttive dei colleghi del Global Times o del China Daily. A Pechino nessuno pensa che il virus sia effetto di una zoonosi tra pangolini malesi e pipistrelli a ferro di cavallo dello Yunnan, nota bene vivono a migliaia di km di distanza, affermando che la chimera che ha stroncato il mondo sia stato prodotto nei laboratori statunitensi di Fort Detrick.
https://www.globaltimes.cn/page/202106/1227219.shtml
https://global.chinadaily.com.cn/a/202108/26/WS6126ddaba310efa1bd66b2a9.html
Il nostro Modeo, il loro Modeo … invece ripercorre il modello dell’indagine Oms di Wuhan con la certezza che i cinesi non abbiamo sbagliato o omesso nulla. Forse sono solo sfortunati ad avere gli occhi del mondo addosso ed una varietà di pipistrelli unica al mondo, la colpa o il dolo sono ipotesi nell’agenda dell’Oms non quella di Sandro Modeo.
https://www.bmj.com/content/374/bmj.n2023
Poi, la scrittura di Modeo abbandona la pretesa scientifica e si mostra appassionata.
“L’ipotesi del virus ingegnerizzato non è ancora off; ma quella adombrata nel formidabile studio del genetista Peter Forster e dell’eminente archeologo Colin Renfrew (Pnas, 7 aprile 2020, citato in questo articolo)” ed ancora, “in uno sferzante articolo sul Guardian “ di Mark Honigsbaum, un giornalista e divulgatore scientifico, parla “di sfuggita” – espressione del Modeo – di un altro articolo in cui ci sarebbero le prove che tutto non è iniziato a Wuhan, perché virus simili erano stati trovati nello Yunnan da un gruppo di lavoro francese (nota bene non ancora esaminati dalla comunità scientifica).
Facciamo ordine, perché Modeo riferisce di terza mano e possiamo perderci.
Quando il giornalista parla di similitudine del virus Sars 2 con uno precedentemente scoperto con un’approssimazione del 96% e possibile progenitore, non ricorda che la Sars 1 era simile al 96%, e la varianza di qualche punto percentuale del patrimonio genetico significa poco o nulla, perchè sono la diversa combinazione dei geni a creare un Unico. A guardar bene tra uno scimpanzè e Modeo il corredo genetico uguale è superiore al 98% ma a vederli da vicino paiono diversi, peloso il primo glabro il secondo.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC8033097/
Modeo non molla l’osso e definisce “caricaturale” – con buona pace di tanti ricercatori – l’ipotesi della manipolazione di patogeni virali di pipistrelli ed un possibile incidente.
Che si debba considerare più affidabile l’opinione del cantore del calcio scientifico del Barcellona, del professor Tasuku Honjo immunologo e premio Nobel per la medicina nel 2018, certo della natura chimerica del virus, rimane un mistero pari ai legami genetici tra gli scimpanzè e Modeo. Poco conta che il gotha della virologia mondiale abbia pubblicato una lettera a Science in cui si richiede un’investigazione indipendente, e per nulla rilevante che il documento sia stato firmata dal professor Ralph Baric, il massimo esperto di potenziamento dei patogeni virali e di coronavirus ed abbia – mannaggia a lui – insegnato il mestiere all’oscura direttrice del laboratorio di Wuhan Shi Zhengli.
https://www.nature.com/articles/nm.3985
Il giornalismo scientifico di Modeo ricorda il Barcellona di Guardiola da cui deve aver imparato qualcosa. Non si capisce dove si trova la palla e dove andrà ad attaccare. Un andirivieni di tic toc portiere compreso portiere, ma la copia non vale l’originale ed il gioco di Modeo è fiacco, parla tanto, certamente troppo mentre le tesi tanto fallate hanno presa solo sui semplici ed i distratti, ma rimangono tossiche nell’iperbole degli aggettivi “formidabile”, “sferzante” e poi l’imperdibile “caricaturale”.
Vi è quasi da rammaricarsi che Modeo non abbia rilanciato la teoria padana del Sars 2, tanto cara ai cinesi al pari del progetto di Fort Detrick, ma sarebbe stato troppo per la nostra gente prima dei lettori e qualche esagitato sarebbe andato a bussare alla sua porta per farsi giustizia.
https://global.chinadaily.com.cn/a/202108/13/WS6115a89ca310efa1bd6687eb.html
Molto avrebbe da dire il nostro Gianni Brera, padano di San Zenone Po, un uomo per bene prima di un giornalista, che andò in Val d’Ossola con i partigiani nel 1944.
La sua tomba è poco fuori il paese, entrandovi la troverete sulla sinistra e farete cosa delicata portargli un sigaro, che non manca mai, sarà meglio di un fiore meno di una preghiera.
In quanto a noi ci troviamo già in montagna come i partigiani.
Come promesso in calce:
“Il mio vero nome è Giovanni Luigi Brera. Sono nato l’8 settembre 1919 a San Zenone Po, in provincia di Pavia, e cresciuto brado o quasi fra boschi, rive e mollenti (…). Io sono padano di riva e di golena, di boschi e di sabbioni. E mi sono scoperto figlio legittimo del Po” e poi il tardo epigono Modeo:
Il grande vantaggio di Pep è cercare di fondere quel patchwork nel contesto più adatto, quello blaugrana, dove l’imprinting del totaalvoetbal di Michels e Cruijff si fonde con la didattica delle giovanili, su tutti i rondos, i “torelli guidati” del leggendario Laureano Ruiz. Dopo l’apprendistato al Barça B, porta così la cattedrale all’apogeo del secondo Dream Team, caratterizzato soprattutto da un’inedita e inaudita prossimità tra possesso e pressing, al punto da rendere indistinguibili le due fasi, recto e verso di un flusso che sembra porsi alle altre squadre come una dimensione quantistica rispetto a quella della fisica classica. Il possesso resterà inimitabile per qualità degli interpreti e leggerezza delle trame-trine: il pressing (che Pep attinge da un altro modello, il Milan sacchiano) influenzerà tutti i break successivi, a partire dal gegenpressing di Klopp.
29 Gennaio