Dal giorno 12 di ottobre il sito di Altriorienti non è più raggiungibile dai cittadini di Hong Kong.

La Legge sulla sicurezza nazionale dell’ex colonia britannica ha oscurato il nostro foglio digitale. Non conosciamo i criteri ed i dettagli della censura del firewall cinese, solo certi che i contenuti editi siano considerati inappropriati e pericolosi, comunque in contrasto con la Legge sulla sicurezza nazionale entrata in vigore lo scorso 1 luglio 2020.

Eravamo consapevoli che questo giorno sarebbe arrivato, ne abbiamo scritto nei giorni della trasformazione in Legge del disposto normativo di Pechino, constatiamo che il maglio della censura si muove oltre i contenuti in lingua inglese e colpisce anche siti in lingua italiana.

Crediamo che la collaborazione e la pubblicazione sul tabloid digitale australiano China News, di articoli originali di Altriorienti, formidabile cassa di risonanza nel continente australe, possa aver suscitato l’interesse dei censori di Pechino.

Gli strumenti di analisi sulla navigazione di Altriorienti, confermano come il sito fosse oggetto di un interesse degli organi di controllo di Pechino, dove il libero accesso alla rete è proibito e i protocolli VPN e navigazione anonima resa sempre più complessa. 

Oscurare Altriorienti ad Hong Kong non ci impedirà di raggiungere e comunicare con i nostri lettori che vivono e lavorano laggiù, ma ci impedirà di raggiungerne di nuovi.

Un’ultima notazione, quando il regime cinese decide di eliminare qualche milionario troppo ambizioso o funzionario di alto grado, lo accusa di corruzione o sottrazione di denaro pubblico, a noi è toccato lo stesso destino, perché la chiusura del nostro sito è dichiarata per ragioni di sicurezza personale, ruberemmo carte di credito, password ed identità altrui.

Per quanto è in noi la chiusura è un motivo di orgoglio, ultima prova che abbiamo fatto bene il nostro lavoro.

15 ottobre