Richiamo all’Ordine atlantico e sospensione della ratifica dell’accordo tra la Cina con la Ue.
Tutto come previsto ed auspicato da Altri Orienti, che ne ha fatto la linea editoriale e la propria ragione d’essere, perché Biden e Blinken – più rispettabili alle anime belle della coppia Trump e Pompeo – seguono la linea di contrasto alla Cina scritta da The Donald.
Si dirà dei diritti umani e delle condizioni delle minoranze etniche iugure e tibetane e si ricorda l’attivista di Hong Kong Joshua Wong, condannato nella giornata di ieri ad altri dieci mesi di carcere per un sit-in in memoria dello scempio di Tienanmen, tutto vero e lo è da tanti anni, ma solo oggi risulta rilevante. Il nostro Marco Pannella aveva parlato degli iuguri al Parlamento Europeo già nel 1991 e sono passati trent’anni.
Sono davvero tanti gli amici di Xi Jinping in Europa ed in Germania che tremano, perché l’accordo Europa Cina era stato siglato per la prussiana volontà della Cancelliera Merkel e le buoni fonti a Bruxelles ricordano che Bonn vorrebbe mediare. Ma il richiamo all’ordine atlantica si impone e qualche industriale tedesco comincia ad avere qualche dubbio, perché il mercato della mobilità privata è in transizione ed i milioni di autovetture Mercedes ed Audi subiranno la concorrenza di nuovi marchi e motorizzazioni elettriche a batteria cinese.
La Cina rincula e rilancia nuove iniziative, come annunciato lo scorso 10 aprile dal presidente cinese Xi Jinping, al Forum di Bo’ao per l’Asia, Pechino liberalizza il settore finanziario e riduce l’IVA.
Si alleggeriranno le limitazioni alle partecipazioni straniere nelle banche cinesi che hanno un limite del 20% per un singolo investitore straniero ed un 25% per più investitori stranieri collettivamente. Le società di intermediazione mobiliare non avranno più il limite del 49% alla partecipazione estera, perché la percentuale ammessa sarà portata al 51% prima di essere liberalizzata tra tre anni. Il settore dei servizi di pagamento la banca centrale autorizzerà il coinvolgimento di istituzioni non finanziarie estere, attraverso una controllata locale, nella fornitura di servizi di trasferimento di fondi ed emissioni di carte di credito. Un’ulteriore iniziativa è legata alla riduzione dell’Iva che passerà dall’attuale aliquota del 17%, applicabile alla vendita e all’importazione di beni al 16%. Per trasporti, vendita e locazione di beni immobili, telecomunicazioni e servizi postali, edilizia, prodotti agricoli e forniture di acqua e gas, si scenderà dall’11% al 10%.
Ma il pezzo forte è la creazione di un’area di libero scambio nell’isola meridionale di Hainan. Gli investimenti saranno pari a 10 miliardi di dollari ed il progetto incarna l’evoluzione della filosofia della città di Shenzen, che fece diventare un villaggio di trentamila abitanti una moderna megalopoli di trenta milioni nel Guangdong cantonese in poco più di trent’anni.
A quel tempo gli occidentali accorsero con enormi investimenti e condivisero le più moderne tecnologie, i cinesi ringraziarono, impararono il lavoro, acquisirono le competenze ed il resto è storia di un massacro. A distanza di tanti anni solo pochi gruppi hanno resistito agli appetiti di Pechino, tutti gli altri sono tornati a casa.
Avremo il buon senso di non ficcarsi nei guai una seconda volta? Musk che ha un ego smisurato ha portato la Tesla sull’isola di Hainan e la tedesca Tui, specialista nel turismo di massa, si è fatta sedurre dalle parole e dagli sgravi fiscali del dragone. Cornelio Nepote scriveva “Nimia fiducia magnae calamitati esse solet” – La troppa fiducia suol essere fonte di grandi mali, mostrando che nulla cambia sotto le stelle.
Di Sanya, la principale città di Hainan, ricordo tre giorni di pioggia passati in un Hilton, reso famoso perché sede dell’elezione per alcune edizioni di Miss Mondo. Luogo non luogo come tutti gli alberghi di una catena a cinque stelle vista palme, con una Spa seconda in Asia per la qualità dei servizi offerti, ma bastava varcare il cancello per trovare la cenciosa periferia della Cina che oggi vuole farsi Manhattan con il furto di proprietà intellettuale e l’inganno dei nuovi corsari.
7 maggio