La morte di un eminente professore di Harvard esperto di estremo oriente e la caduta dell’imprenditore simbolo del secolo cinese, le notizie di questa settimana dalla Cina non avrebbero una stretta relazione, al contrario consentono un approfondimento sullo stato delle libertà personali ed economiche a Pechino.
Ezra Vogel, sociologo e storico americano è morto alla venerabile età di 90 anni. Negli ultimi quanta’anni è stato tra i più importanti analisti dell’evoluzione della Cina. Poco sensibile ai temi delle libertà individuali, Vogel ha considerato la Cina come il paese delle opportunità e della crescita. Attivo nell’amministrazione Clinton e schierato a favore di Biden nelle ultime elezioni, Vogel era ammirato dalla crescita cinese e dalla lotta alla povertà.
Le valutazioni prudenti sulle questioni delle libertà civili e le minoranze etniche, lo hanno reso popolare in Cina e lo stesso Global Times, il tabloid del partito comunista cinese, gli ha dedicato un appassionato necrologio.
Nello scorso di luglio il quotidiano lo aveva intervistato, Vogel si era dichiarato preoccupato per una possibile accelerazione militare della crisi cino americana e propenso a dar credito alla versione di Xi Jinping che vede i due paesi concorrenti e non avversari.
Ritenere di sacrificare libertà politiche a favore della possibilità di fare affari è stato un accidente che ha sedotto gli occidentali ed illuso gli imprenditori cinesi.
In tal senso, si delinea la parabola di Jack Ma, l’imprenditore creatore del gigante Alibaba e del commercio on-line.
Nelle scorse settimane il presidente Xi Jinping ha dichiarato che l’economia privata in Cina deve essere al servizio del paese e del partito, mentre le autorità di controllo dell’antitrust cinese hanno proseguito le indagini sull’attività sulle aziende di Jack Ma.
Xi Jinping aveva avuto poche durissime parole nei confronti del tycoon di Hangzhou, affermando “Non sei altro che una nuvola”.
La difesa di Ma, le cui attività sono cresciute nella Cina del predecessore Jiang Zemin, paiono appassionate, come testimoniano gli editoriali del tycoon, il South China Morning Post, ma il destino di Jack Ma sembra già segnato, perché non è uomo di Xi Jinping, troppo grande è l’impero Alibaba, troppo ricco il fondatore, troppo internazionali gli orizzonti.
Vogel e Ma, due storie tanto diverse quanto vicine nella nostra scoperta che il partito non cambia, non media, non discute, in una frase non ci si può fidare.
Demissos animo et tacitos vitare memento – ricorda di temere coloro che fingono umiltà e che parlano poco – Catone
27 dicembre