A pronunciare la frase “ Timeo Danaos et dona ferentis”, ovvero “Temo i greci anche quando/se portano doni” è stato il cardinale Joseph Zen, arcivescovo emerito di Hong Kong, intervistato da Francesco Gnagni per “Formiche.net” in merito al supporto alla sanità italiana delle autorità cinesi durante i primi giorni della pandemia.
Joseph Zen conosce la Cina ed è cinese, ha esperienza ed equilibrio e racconta ogni cosa senza nulla dire, dalle mille ombre sulla genesi del virus Covid Sars 2 alla gestione dell’emergenza sanitaria, ma è nella frase “ Timeo Danaos et dona ferentis” che Zen sottolinea il pericolo uguale a quello pronunciato da Laocoonte ai troiani per convincerli a non introdurre il famoso cavallo di Troia all’interno delle mura della città.
Il drammaturgo Sofocle pare sia il padre nobile della locuzione “ ἐχθρῶν ἄδωρα δῶρα κοὐκ ὀνήσιμα”, ovvero “i doni dei nemici non sono doni, né benefici”, perché spiega la natura delle cose.
Nelle ultime settimane la Cina e la Grecia si sono impegnate per sviluppare ulteriormente le relazioni tra i due paesi, la stampa riporta che il presidente greco Katerina Sakellaropoulou e il primo ministro Kyriakos Mitsotakis hanno tenuto riunioni separate con Yang Jiechi, membro dell’Ufficio politico del Comitato centrale del Partito comunista cinese (PCC). Pochi mesi fa il presidente cinese Xi Jinping aveva incontrato lo stesso primo ministro greco, mentre la Grecia entrava a pieno titolo del meccanismo di cooperazione Cina-PECO. Il presidente cinese aveva ribadito la volontà della Cina di lavorare con la Grecia sul porto del Pireo e altri progetti nell’ambito della Belt and Road Initiative (BRI), chiedendo una cooperazione più fruttuosa in settori come l’energia, i trasporti e le telecomunicazioni.
La partecipazione e cessione di settori strategici nazionali della Grecia ha portato effettivi positivi sull’impatto della pandemia nel paese, dall’inizio della diffusione del virus del laboratorio militare di Wuhan si contano solo 509 decessi e 25370 casi, a dispetto delle frontiere aperte per la stagione estiva e la seconda ondata Covid Sars 2 pare riguardare in modo marginale il paese europeo più vicino alla Cina.
I prossimi mesi ci restituiranno dati certi e sarà nostro piacere commentarli, questa sera però riguarderemo con piacere La Grande Bouffe di Marco Ferreri, film faticoso e controverso datato 1973, tutt’altro che immortale ma figlio di quegli anni eccezionali, che ci riserva un splendido Philippe Noiret rifiutare una lauta proposta di lavoro in Cina da parte di un funzionario dell’ambasciata di Pechino. Noiret rifiuta garbatamente con la frase Timeo Danaos atque dona ferentes, sembra oggi e pare il Cardinale Zen.
19 ottobre