“Singapore è il luogo d’incontro di cento popoli, e si incrociavano richiami, voci roche di uomini di ogni color, neri tamil, gialli cinesi, bruni malesi, armeni, ebrei, bengalesi”, così inizia un piccolo racconto di William Somerset Maugham dal titolo “The letter”, scritto negli anni venti dello scorso secolo, quando gli inglesi avevano il dominio coloniale della Malesia e parte delle Indie Orientali.
L’ambientazione del dramma di una donna che uccide il proprio amante e verrà scoperta da una lettera appassionata che gli aveva scritto, ma non condannata dalla corte di giustizia e neppure da un marito che passerà oltre il suo strazio ed onore. Il tema personalissimo ha come cornice la Malesia di Mugham ed il processo la città di Singapore, che a quei tempi era una cosa sola con la colonia. Il caldo opprimente ed umido dei monsoni, lo stordimento dei sensi e la perdita della propria coscienza, nei racconti delle Indie Orientali di Maugham i protagonisti vivono nella ricchezza dalle concessioni delle piantagioni di gomma ma perdono la propria anima.
Il tema di Maugham è importante, perché a restituito a due generazioni di occidentali un’immagine dell’oriente coloniale ricco e decadente, dove all’uomo occidentale è dato vivere in una condizione superiore, tra il lusso di grandi alberghi e fascinosi bar dalle pareti di mogano dove bene del buon gin inglese e vestire di lino bianco. Alla sua uscita il breve racconto piacque tanto che se ne fecero quattro versioni cinematografiche in pochissimi anni, in Francia, Germania, Italia e Spagna, fino a quella di William Wyler dal titolo “Ombre malesi” del 1940, con Bette Davis che rimane tra tutte quelle di maggior successo con ben sette candidature agli Oscar.
Secondo Mario Baudino: “La forza di Maugham è in gran parte nella sua esibita estraneità morale a ciò che narra, nella distanza, nell’assenza o nel taglio radicale di qualsiasi forma di giudizio: ciò che ne fa, quantomeno, un testimone enigmatico”. Di quel mondo ed il suo fascino rimane oramai poco, le ultime vestigia li si trova in pochissimi raffinati alberghi come il Raffles di Singapore o il Mandarin Oriental di Bangkok, il cui Bamboo bar è raccontato da Lawrence Osborne, raffinatissimo scrittore inglese che da Maugham ha raccolto il testimone nel raccontare la vita, gli amori e la morte di tanti occidentali in Oriente.
29 settembre 20