“De Senectude in horto”, “Invecchiare in giardino”, delizioso piccolo libro scritto da Gian Lupo Osti scritto all’età di ottant’anni è un delicato omaggio alla vita.
Osti nella vita lavorativa fu un manager tra i maggiori protagonisti della rinascita del nostro paese, giovanissimo persuase Oscar Sinigaglia, allora presidente della Finsider di approfittare dell’European Recovery Program del piano Marshall, una volta ritiratosi si dedicò compiutamente alla sua passione, concorrendo al restauro dei Giardini botanici Hanbury nell’estremo ponente ligure.
Delicatissimo Orti, nel raccontare aneddoti di vita e botanici e descriverla con garbo, citando Shelley e Leopardi, raccontando che la vecchiaia è tempo di maggiore libertà da impegni verso gli altri e poi l’orgoglio davvero speciale di avere una rara peonia cinese che porta il suo nome, la Peonia Ostii scoperta dopo un’attesa di un visto della durata di venti anni.
Il giardino in tarda età ovvero un continuum nel desiderio e nell’applicazione, ma da prospettiva un poco distaccata ma ancora vivissima come l’emozione per una talea di una rarissima varietà di Metasequoia glyptostroiboides.
E’ nel giardino che si cerca di ricostruire il proprio mondo ideale, per gli occidentali può rappresentare un ornamento alla propria dimora e dimostrazione di ricchezza, il giardino in Cina si svela lentamente agli occhi di chi si avvicina, e per i precetti classici è un percorso che conduce verso la piena serenità, per Osti invece “una radura piena di fiori in un bosco: si esce al sole dalla selva oscura e la suggestione un poco tenebrosa della foresta viene spazzata via dall’esplosione della luce, dei colori e della bellezza”.
Il nostro conclude questo libro con queste dolcissime parole, “le piante non possono fantasticare, non provano emozioni. Me le suscitano in noi.”
Gian Lupo Osti ci ha lasciato nel 2012 a due anni da questa piccola gemma, il suo libro edito per Ponte delle Grazie è in vendita per soli 10 euro.
13 agosto 20